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L'Ilva a regimi produttivi minimi

Immagine associata al documento: Il dato chiaro che emerge al termine dell'incontro che i vertici della Procura hanno con i custodi giudiziali dell'Ilva è che la magistratura è pronta ad accelerare.
«Procediamo spediti. Dobbiamo fare cessare l'inquinamento il più rapidamente possibile. Il sequestro è stato disposto per questo» dice il procuratore capo di Taranto, Franco Sebastio. Come l'emissione di fumi, polveri e veleni dovrà essere bloccata, lo dovranno indicare i tre custodi giudiziali a cui le sei aree della fabbrica sequestrate sono affidate da quasi un mese, mentre lo scenario a cui si va incontro prevederebbe un intervento modulato in base alla specificitá degli impianti.

Afferma il procuratore: «Può darsi che ci siano impianti che per essere risanati dovranno essere spenti, altri che dovranno restare accesi ma senza produrre, altri ancora che dovranno restare accesi e produrre il minimo». Non tocca alla Procura fare la distinzione ma ai custodi. «Che sono già nelle condizioni di operare - sottolinea il procuratore - e lo faranno non appena avranno tutte le cognizioni». In questa fase, infatti, Barbara Valenzano - che è la figura tecnica di riferimento -, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento - che sono i coadiutori - stanno ancora ispezionando le aree e gli impianti, nonchè raccogliendo e studiando la relativa documentazione tecnica. Appena conclusa la fase di ricognizione, si passerà all'azione. «Saranno i tecnici - rileva Sebastio - che stabiliranno i tempi, le modalità e le procedure. Con loro abbiamo concordato una serie di operazioni». E ieri pomeriggio i custodi sono tornati all'Ilva e con l'azienda hanno individuato la tecnologia di videosorveglianza 24 ore su 24 di quanto accade nei parchi minerari, nelle cokerie, negli altiforni e nelle acciaierie.

«È il primo investimento compreso nel piano da 146 milioni di euro annunciato venerdì scorso ai ministri Passera e Clini - rende noto l'Ilva -. La videosorveglianza costerà due milioni e l'installeremo in tempi brevi».
Visivamente, quindi, quello che accade nelle aree Ilva a più forte impatto ambientale sarà controllato in continuo. Ma, osserva Sebastio, che cita le motivazioni del Tribunale del Riesame depositate lunedì scorso, oltre a bloccare l'inquinamento e la prosecuzione dei reati contestati, ci sono anche altre due priorità da rispettare: il sequestro è senza facoltà d'uso e bisogna prestare attenzione «nei limiti del possibile a non distruggere gli impianti che hanno un certo valore» considerando anche gli aspetti che investono la sicurezza. «Non si tratta di lanciare sciabolate ma di fare il proprio dovere con la schiena dritta» puntualizza il procuratore. [...]

Da "Il Sole24ore.com" del 24 agosto 2012

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Data Pubblicazione sul portale: 24 Agosto 2012
Fonte: Il Sole 24ore.com
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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