La Puglia è la dimostrazione che anche al Sud si può. E che quando si parla di Sud bisogna di tanto in tanto vedere il bicchiere mezzo pieno e non sempre mezzo vuoto. Cioè partire dai segni più e non sempre dai segni meno. Tanti non solo da far venire la depressione, ma da fomentare il fatalismo del e il piagnonismo degli eterni traditi.
Così i dati sull'esportazione della regione, una crescita pugliese dell'8,3 per cento, rispetto a una crescita italiana del 3,5 e del Sud dello 0,1 nei primi nove mesi di quest'anno. È probabile che quando entrerà nei conti la crisi dell'Ilva di Taranto, passi indietro ci siano. Ma, come dicono gli economisti, ciò che conta è la tendenza. E, come dicono gli allenatori di calcio, ciò che conta sono i fondamentali e non la singola partita.
Dio ci scansi e liberi dai veleni della campagna elettorale, quindi sia dalle trombe che dalle campane a morto. Ma il piccolo boom dell'esportazione in Puglia si unisce al piccolo boom dell'aumento del prodotto interno, cioè la ricchezza creata. E a quello dell'aumento dell'occupazione, anche se deborda la cassa integrazione, chiudono le aziende, si riducono i consumi, molte famiglie non sanno come fare, continuano a emigrare i giovani. Mica il Sud non è più Sud all'improvviso. Anzi mica l'Italia che non cresce più da almeno vent'anni non è più l'Italia all'improvviso.
Ma vivisezionare la Puglia serve anche a capire cosa (e perché) qui funziona e altrove no al Sud. Quindi come iniettare virtù e come estirpare difetti. Partendo dalla madre di tutte le accuse: la classe politica non all'altezza, sintesi di ogni discorso sul trito e ritrito problema del Mezzogiorno. Unico caso di area arretrata che resta arretrata, mentre il Paese che cresce di più al mondo è ora il Ghana (profonda Africa). E anche dal Bangladesh ci mandano a dire: voi parlate sempre di crisi, da noi si vive il grande balzo in avanti.
Allora la Puglia si distingue anzitutto perché è stata meglio governata. Diciamo abbastanza, dovesse spuntare qualcuno a parlare di colpo di sole. E abbastanza ben governata da Fitto fino a Vendola, sia chiaro. Non ci sono stati qui giri vorticosi di tangenti alla lombarda, tanto per capirci. Non ci sono stati giri vorticosi di sprechi alla calabrese. Scandali nella misura di un Paese di corrotti e corruttori. E anche il turpe affare della sanità, col corredo dei Tarantini e delle donnine annesse, è più il frutto di una disattenzione verso i potenziali mascalzoni che della complicità e della compromissione generale di una società.
Anche il territorio della Puglia è una piccola anomalia in un panorama meridionale di antichi , di dissesti idrogeologici, di offese dell'uomo. La terra senza fiumi e senza monti sembra più il parto di un geometra illuminista che di un geografo fuori di testa. E già quando se ne varcano i confini si allunga la razionalità di una spianata ricca di varietà più che di bubboni. Così anche le strade lunghe e dritte come fucilate, certo insufficienti ma non tanto insufficienti da rischiare lo smarrimento e l'isolamento. Se non fosse per il capitolo a parte della segnaletica in Salento e sul Gargano, conferma che la pazzia non è scomparsa da questo mondo.
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Da "La Gazzetta del Mezzogiorno.it" del 14 dicembre 2012
Data Pubblicazione sul portale: 14 Dicembre 2012 Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno.it Aree Tematiche: Rassegna Stampa, Sistema Puglia Redazione: Redazione Sistema Puglia Letto: 58 volte