Non si può costruire una centrale nucleare senza aver prima chiesto il parere delle comunità locali. Lo ha stabilito la Corte costituzionale bocciando l'articolo 4 del decreto attuativo della legge sul nucleare che non aveva previsto un "adeguato coinvolgimento" delle Regioni interessate. La Consulta ha accolto il quesito di costituzionalità posto da Toscana, Puglia e Emilia Romagna dichiarando illegittimo il procedimento che escludeva il parere delle Regioni. In sostanza, dicono i giudici della Suprema Corte, anche se questo parere non è poi vincolante per lo Stato, è tuttavia obbligatorio. Esultano quasi tutte le Regioni, da Nord a Sud, ed esultano i promotori dei referendum che vuole cancellare la legge che ha reintrodotto il nucleare in Italia a 25 anni dalla sua abolizione. In particolare si dichiarano soddisfatti i governatori che si sono rivolti alla Corte. "Viva la Consulta - ha detto il presidente della Puglia Nichi Vendola - che ricorda al governo che la democrazia non è un optional . Un governo strano - ha continuato il governatore - che da un lato sventola la bandiera del federalismo e poi si dimostra il più centralista della storia d'Italia.[...]
Da "Corriere della Sera" del 3 febbraio 2011 (pag.XXIII) - |