Ti trovi in: Accedi per Aree Tematiche : Pari Opportunità

La maternità è un lusso
  Il 70% è laureata, lavora già da 20 anni, ha un'età media di 45 anni e ha raggiunto il top della carriera a 38. Questo l'identikit della donna manager italiana emerso da un'indagine che Federmanager (Federazione nazionale dei dirigenti delle aziende industriali) ha presentato in occasione delle celebrazioni per il sessantesimo anno di attività.
Una ricerca che ha messo in evidenza come le donne costituiscano, però, solo il 5% dei dirigenti italiani. Il 95% dei posti di "comando" è detenuto, infatti, dagli uomini. Un dato che pone l'Italia in fondo alla classifica stilata a livello europeo. La ricerca "Donne-manager, un binomio possibile" è stata realizzata con il contributo di oltre 1.200 dirigenti, che hanno tracciato un quadro "impietoso delle difficoltà e delle rinunce che devono affrontare per sfondare il famoso "tetto di cristallo" e vedere riconosciute le proprie competenze". Una discriminazione attuata anche dal punto di vista delle retribuzioni. Chi è sposata, infatti, guadagna meno rispetto a chi è single. Se, infatti, la retribuzione media del dirigente italiano è di 95 mila euro lordi all'anno, per le dirigenti donne si ferma a 83.340. E, tra queste, chi non ha un marito arriva a guadagnare 92 mila euro, contro gli 80.500 di chi ha una famiglia.
La maternità, poi, è considerata un "lusso" più che un diritto. Il 43% delle donne intervistate rinuncia ad avere figli dichiarando "di non potersi concedere questo privilegio". Rispetto ai colleghi uomini sposati (il 90%), le donne con una famiglia sono solo il 73%. E, sebbene il titolo dello studio sia "Donne-manager, un binomio possibile", ciò che il 75% ha sottolineato è l'impossibilità di conciliare impegni professionali e cura della famiglia.
Il piccolo "esercito" di dirigenti donna proviene, nella maggior parte dei casi, da una famiglia di alto livello sociale, in cui quasi il 50% ha un padre che a sua volta è stato dirigente. Il lavoro è considerato una necessità per la propria autonomia personale, ma anche un'opportunità di crescita. Le scelte personali e familiari restano, tuttavia, il fattore di maggior discriminazione.       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 15 Dicembre 2005
Fonte: Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità - Rete per le Pari Opportunità
Redazione: Redazione Sistema Puglia
Letto: 27 volte