L'impresa «in un giorno» del disegno di legge Bersani piace alle pmi. Che incoraggiano il governo a proseguire sul terreno delle semplificazioni e dell'abolizione dei troppi adempimenti amministrativi, troppo pesanti per il mondo produttivo.
Bene anche il disegno di legge presentato il 16 febbraio scorso alla camera dal ministro per lo sviluppo economico contiene, infatti, alcune norme che facilitano l'avvio di impianti produttivi. «In realtà si tratta di un corpus di norme che va nella direzione da noi auspicata da anni», spiega Giulio Baglione, responsabile del dipartimento territorio e impresa della CNA. In effetti, secondo una ricerca dell'associazione è di circa 15 milioni di euro l'anno il costo della burocrazia a carico dei 5 milioni di imprese italiane. Un peso pari a 30 mila miliardi delle vecchie lire che grava soprattutto sulle imprese con meno di 50 dipendenti (il 98% del totale) e quelle con meno di 10 dipendenti, le microimprese (il 94,9%). L'Italia, secondo lo studio, è inoltre il paese che possiede il record degli adempimenti: per iniziare un attività produttiva, infatti, servono mediamente 65 passaggi burocratici in 18-20 amministrazioni. Un disastro, insomma, a cui, però, ha cercato di porre rimedio proprio Pierluigi Bersani con la nuova normativa. «Molto importante nel dl Bersani è il rilancio dello sportello unico per le attività produttive», dice Baglione, «che diventa il punto di snodo di tutta la pubblica amministrazione nei confronti del mondo imprenditoriale. Fondamentale, in questo senso, è la collaborazione prevista con le camere di commercio e con le associazioni imprenditoriali che potranno in questo modo dare un contributo importantissimo alla semplificazione della vita delle impresa». Molto apprezzata dalle pmi è poi la svolta verso l'informatizzazione e l'uso della modalità elettronica. Ai pezzi di carta, infatti, il dl Bersani attribuisce un ruolo residuale affidando alla modalità telematica quello consuetudinario. «Un fatto importante, questo, che in aggiunta ad altre disposizioni», continua Baglione, «spinge la p.a. all'applicazione sempre più capillare delle tecnologie informatiche». Piace alle pmi anche lo spazio che il legislatore ha attribuito all'autocertificazione e si dà il bentornato alle cosiddette norme ghigliottina, ovvero quelle disposizioni che una volta entrate i vigore eliminano le precedenti. Tutte bene dunque?« In effetti il dl presentato lo scorso febbraio contiene anche dei limiti», chiosa Baglione. «Pensiamo, per esempio, all'esclusione di alcuni settori da questa normativa, come quelli della tutela del patrimonio archeologico, storico, artistico culturale e paesaggistico; la difesa nazionale e la pubblica sicurezza la tutela dell'ambiente, della salute della pubblica incolumità». «Un' esclusione così drastica di interi settori», chiarisce il funzionario della CNA, «ci sembra, infatti, eccessiva: forse sarebbe il caso di inserire criteri meno severi proprio in nome di quella semplificazione che si vuole perseguire». E proprio per questo le pmi chiedono infine un coordinamento fra tutti i disegni di legge presentati su questo terreno. «Altrimenti», conclude Baglione, «anziché rendere la vita più facile a cittadini e aziende si rischia di creare una dannosa confusione non auspicabile per nessuno». - |