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Erasmus: quando l'Europa è un (grande) valore aggiunto
Immagine associata al documento: Erasmus: quando l'Europa è un (grande) valore aggiunto L'Università Niccolò Cusano ha realizzato una ricerca per identificare qual è l'impatto sul piano personale, sociale e occupazionale delle esperienze di studio all'estero realizzate grazie al programma di mobilità Erasmus, parte integrante del nuovo programma Ue per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, Erasmus +.
Dallo studio emerge che il programma Erasmus ha favorito la diffusione di una vera identità europea tra i cittadini più giovani degli Stati membri. Dal 1987 ad oggi circa un milione di bambini sono nati da coppie di ragazzi e ragazze che si conosciuti in Erasmus. Inoltre, tra gli studenti Erasmus quasi un terzo ha dichiarato di essersi innamorato durante il periodo di mobilità.
In base ai dati interni dell'ateneo, gli studenti Erasmus sono in prevalenza donne (61%). L'età media di chi decide di partire, invece, è di 22 anni, per un periodo di sei mesi, avvalendosi di una borsa di studio del valore medio di 272 euro mensili. Guardando alle facoltà più interessate dall'Erasmus al primo posto spicca Economia (38%), seguita da Scienze politiche (24%) e Giurisprudenza (18%).
Secondo l'indagine, i giovani che svolgono un periodo di studio all'estero vivono un'esperienza di crescita personale che favorisce la capacità di risolvere problemi, l'apertura mentale, la capacità di prendere decisioni, la conoscenza di sé, la curiosità e la fiducia in se stessi. Il programma, inoltre, allarga gli orizzonti degli studenti e la loro rete di relazioni.
Il 93% degli studenti Erasmus, infatti, afferma di voler vivere all'estero in futuro, contro il 73% di coloro che sono rimasti a studiare nel proprio paese. Guardando all'impatto del programma Erasmus sul mercato del lavoro, si nota che il tasso di disoccupazione degli studenti ex-Erasmus a 5 anni dal conseguimento dalla laurea è del 23% inferiore rispetto al tasso di disoccupazione di coloro che non sono partiti.
Inoltre, il 64% dei datori di lavoro afferma di essere propenso ad attribuire maggiori responsabilità al personale con esperienza internazionale rispetto a chi non ne ha.       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 10 Febbraio 2016
Fonte: AICCRE - Associazione italiana per Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa
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Redazione: Redazione Sistema Puglia
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