La Puglia ha le carte in regola per smarcarsi dal luogo comune del Mezzogiorno in affanno. Ne è convinto l'assessore allo Sviluppo economico Sandro Frisullo, che punta sulla nuova programmazione 2007-2013 per rilanciare il sistema produttivo regionale e creare, solo con le iniziative messe in campo nel 2007, almeno 3mila posti di lavoro.

Intanto lo snellimento delle procedure: da 25 forme di incentivi si è arrivati ad appena tre, le tre gambe su cui poggeranno i due assi del nuovo Por che interessano direttamente l'assessorato: il primo (ricerca e sviluppo) e il sesto (aiuti alla competitività).
Un pacchetto complessivo di almeno 750 milioni di euro, cui si aggiungono i 200 milioni destinati esclusivamente alla ricerca.

Come funzioneranno i nuovi incentivi?
La prima tipologia è destinata alle micro-imprese e funzionerà sulla base dei mutui con contributi in conto interesse e conto capitale. La seconda, destinata alle medie imprese, sarà in forme negoziata sulla base dei vecchi Pia. La terza è mirata alle grandi imprese e alle filiere e si basa sui contratti di programma, che funzionano meglio di qualsiasi iniziativa di marketing territoriale. Ricordo che la Puglia è l'unica regione in Italia ad aver dato una formulazione regionale ai contratti, sui quali abbiamo raggiunto un livello di spesa pari all'80%, a fronte di una media italiana del 10%.

La Puglia può davvero distinguersi dal resto del Sud?
I dati del pil 2006 ci dicono che la Puglia ha chiuso con +1,6%, nonostante una sofferenza dell'agricoltura. Per il 2007 i dati di Unioncamere-Tagliacarne dicono che in Puglia c'è il migliore aumento di Pil dell'intero Sud. Il miglioramento è evidente anche sul fronte dell'emersione: i dati della Cgia ci dicono che, su 22.478 imprese totalmente in nero in Italia, solo 825 sono pugliesi, pari al 3,26% del totale. La Puglia, in questa triste classifica, risulta sestultima in Italia con appena 2,4 imprese in nero su mille a fronte delle 9,2 ogni mille della Campania.       -