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60 miliardi in rampa di lancio
Immagine associata al documento: 60 miliardi in rampa di lancio Le misure aggiuntive della Banca centrale nazionale per facilitare l'operazione destinata a finanziare l'economia italiana

Per rendere più efficaci le munizioni del bazooka anti-deflazione messo in campo dalla Bce di Mario Draghi, arriveranno entro la fine di giugno anche le nuove disposizioni sui prestiti bancari alle piccole e medie imprese italiane definite dalla Banca d'Italia.
Il pezzo forte della gamma di interventi di politica monetaria annunciati giovedì scorso dall'Eurotower, infatti, sono le Targeted long term refinancing operations (Tltro), ovvero il rifinanziamento bancario di medio termine finalizzato al sostegno delle imprese, che debutta all'inizio di settembre e si protrarrà per un paio d'anni con operazioni a plafond crescente nel tempo.
Per le banche italiane, che erogano circa 835 miliardi di prestiti alle imprese, questo vuol dire cominciare a poter prendere in prestito dalla Banca centrale europea, già con la prima delle operazioni, fino a 60 miliardi in più a un tasso d'interesse fisso dello 0,25% (0,15%+10bp) per quattro anni, a condizione di finalizzarli al sostegno delle imprese (altrimenti dovranno restituire anticipatamente i fondi ottenuti).
Come si sa, i mutui alle famiglie per l'acquisto delle abitazioni sono stati esclusi dallo stock di prestiti su cui si fa il calcolo, per tener conto del fatto che ci sono paesi, come la Spagna o l'Irlanda che sono appena usciti da una grande bolla immobiliare. Ma nello stock di prestiti alle aziende valido ai fini del conteggio rientrano anche i prestiti alle imprese immobiliari.
Per poter dare alle aziende di credito italiane un accesso migliore a questa facility, tuttavia, poiché tutti i prestiti erogati dalla Bce sono concessi a fronte di un collaterale presentato dagli istituti, la Banca d'Italia si accinge ad adottare anche nuove misure che aumenteranno la capacità delle banche di offrire garanzie insieme alle loro richieste di rifinanziamento.
In questo caso la Banca centrale guidata da Ignazio Visco si avvale dello schema Acc (Additional credit claims) introdotto nella prassi operativa di Francoforte con la crisi: in pratica, via Nazionale si assume in proprio i rischi della nuova procedura, che permetterà alle banche italiane di conferire in garanzia alla Bce dei "portafogli di prestiti bancari". Con questo strumento si allargherà di molto la gamma dei crediti che le banche italiane potranno portare in garanzia: potranno infatti essere stanziati come collaterale per la prima volta anche i mutui ipotecari concessi alle famiglie e i prestiti erogati a debitori con probability of default più elevata (fino al 10%). In tal modo anche in Italia dovrebbe attenuarsi sensibilmente quell'effetto di stretta dell'offerta creditizia legato ai timori bancari di "scottarsi" con il rischio di credito. Infatti, le banche italiane potranno contare su importi massimi di garanzia aggiuntivi piuttosto elevati: seconda i dati della Centrale rischi il tetto massimo dì queste garanzie potenziali aggiuntive dovrebbe essere pari a 130 miliardi di euro per i prestiti alle imprese e 131 miliardi di euro per i mutui alle famiglie: si tratta naturalmente di tetti massimi e non di quello che verrà effettivamente utilizzato (le banche finora hanno utilizzato in media un terzo dei plafond consentiti). Ma quella dei portafogli di credito stanziabili non è la sola innovazione in arrivo entro giugno: vi sarà anche la possibilità di stanziare come collaterale la parte effettivamente utilizzata delle linee di credito concesse alle imprese. Anche in questo caso le stime ricavabili dai dati della Centrale dei rischi, tenendo conta di quanto viene effettivamente utilizzato, parlano di circa 35-36 miliardi.
Infine, Bankitalia intende abbassare a 30 mila euro l'importo minimo dei prestiti che possono essere conferiti in garanzia sia singolarmente che all'interno dei portafogli, per poter includere i prestiti che vengono concessi alle piccole e medie imprese, e vuole anche ampliare la platea dei debitori ammessi (per queste misure le stime massime di ampliamento del collateral potenziale si aggirano intorno ai 40 miliardi).
Come molti commentatori hanno messo in evidenza, la grande scommessa, ora, è riuscire a cambiare davvero le aspettative per crescita, inflazione, investimenti. E fare affluire in modo concreto il credito alle aziende di minori dimensioni: tutto questo dispiegamento di mezzi della politica monetaria, europea e italiana, è diretto a questo scopo.
Quanto al mondo bancario, ieri l'Abi ha voluto dar conto delle azioni già compiute a favore delle pmi, attraverso l'accordo per il credito 2013 sottoscritto con Confindustria e altre associazioni d'impresa: «I dati ufficiali del monitoraggio previsto dall'Accordo per il credito 2013 sulla sospensione dei debiti delle Pmi - si legge in una nota di Palazzo Alfieri - segnalano che, dall'avvio operativo dell’iniziativa ad ottobre 2013 fino al 30 aprile 2014, sono state accolte 23.204 domande per un controvalore complessivo di finanziamenti in essere di 8,9 miliardi di euro e una maggior liquidità a disposizione delle imprese di 1 miliardo».

Da “Il Sole 24 Ore” dell’8 giugno 2014 (pag. VIII)

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Data Pubblicazione sul portale: 09 Giugno 2014
Fonte: Il Sole24Ore
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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