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Sono ancora troppo poche le donne ai vertici delle aziende italiane
  «Chiederò al Partito democratico, di cui sono membro del comitato nazionale, di garantire l'alternanza uomo-donna nelle liste elettorali della prossima consultazione, a partire dalle posizioni di vertice, in modo tale da garantire l'elezione di più donne in Parlamento (sempre nell'auspicio, comunque, che si vada al voto con una legge elettorale diversa). E spero che il prossimo Governo porti avanti la mia battaglia, che è la battaglia del 51% del Paese, di adottare misure d'urto per riequilibrare il mercato del lavoro italiano, con riferimento alla componente femminile; misure che ho solo avviato ma che ora la crisi di Governo mi impedisce di portare fino in fondo». Sono suonate ancora combattive le parole di Barbara Pollastrini, ministra uscente dei Diritti e delle pari opportunità, al convegno organizzato da McKinsey & Company al Sole-24 Ore a Milano sul tema "Donne e leadership - Verso un futuro più femminile".

E che l'Italia abbia bisogno di una scossa, di un cambio di marcia sul tema dell'occupazione e della leadership femminile, questo è certo. Lo dimostra anche l'ultima ricerca McKinsey sull'argomento.

Nel nostro Paese sono donne solo un manager su dieci e un membro di consiglio d'amministrazione su tre. Dati che ci collocano in coda a tutte le classifiche europee. Di questo passo, senza un cambio di cultura e di regole aziendali nette a favore della meritocrazia piuttosto che dei criteri di cooptazione ora spesso usati per le nomine, nel 2035 le donne italiane ai vertici delle aziende saranno meno del 20%, ha fatto notare il numero uno di McKinsey Italia, Vittorio Terzi.

E la necessità di misure d'urto si fa più pressante riguardo al tasso d'occupazione femminile, fermo al 45,2%. Il gap da colmare rispetto agli uomini è di 25 punti percentuali. Al convegno di Milano hanno dato la loro testimonianza donne che ce l'hanno fatta a scalare i vertici: Maria Grazia Filippini (A.d. di Sun Microsystems), Tiziana Primori (Vp di Coop Adriatica), Rosanna D'Antona (presidente di D'Antona & Partners), Maria Pierdicchi (Dg Standard & Poor's Italia) e Luisa Todini (presidente di Todini Finanziaria). Il segreto che accomuna tutte? Aver scelto di lavorare in un ambiente meritocratico, che valuta le sue risorse in termini di risultati conseguiti e non di posizioni in cordata.       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 30 Gennaio 2008
Fonte: Il Sole24Ore
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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