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I diritti del lavoro al centro di una globalizzazione equa e sostenibile
Immagine associata al documento: I diritti del lavoro al centro di una globalizzazione equa e sostenibile "Principali sfide per la protezione globale dei diritti del lavoro" è il titolo dell'intervento tenuto dal Direttore Generale aggiunto dell'ILO, Gilbert Houngbo, all'Università Leuven, Belgio lo scorso 20 febbraio. Un intervento denso di significato nel quale da un lato avverte del rischio di una corsa al ribasso dei diritti del lavoro, mentre dall'altro ci spiega come l'ILO stia affrontando questa sfida, avendo sempre ben presente che "un'economia globalizzata socialmente equa è fondata sul rispetto dei diritti del lavoro".
Un processo di sviluppo globale sostenibile, sostiene Houngbo, è possibile solo se alle persone viene data la possibilità di accedere ad un lavoro dignitoso, elemento chiave per avere una vita dignitosa dal quale dipende il nostro senso di identità e la nostra autostima. Tuttavia, nel loro tentativo di modellare e gestire l'economia globale, spesso i responsabili politici dimenticano la centralità del lavoro nella vita delle famiglie e delle società.

Nel contesto attuale caratterizzato da mercati globali di beni, servizi e investimenti che superano i confini nazionali, il Direttore dell'ILO avverte del rischio che le norme nazionali ed europee non siano sufficienti a garantire la protezione sociale e dei diritti del lavoro. E' sempre più evidente infatti la contraddizione tra un mercato in cui i drivers della domanda di lavoro stanno diventando sempre più globali mentre l'offerta è ancora ampiamente regolata a livello nazionale. Questo fenomeno è quello che gli accademici chiamano "regime competition" ovvero il rischio di una corsa al ribasso delle protezioni sociali e del lavoro.

Houngbo vede molte similitudini tra quanto sta accadendo e la situazione esistente nel 1919, quando l'ILO fu fondata. Per molti versi la stessa origine dell'ILO è legata in parte al tentativo di costruire un mondo migliore all'indomani della prima globalizzazione del periodo che precede il 1914, una globalizzazione considerata come ingiusta e come una delle cause che avrebbero poi portato alla prima guerra mondiale.

E proprio alla fine della Grande Guerra, i leader cercarono di costruire un sistema di regole che mettesse al riparo il mondo da altri conflitti futuri affrontando le ingiustizie esistenti, innanzitutto quelle sociali. La base logica che ancora guida l'ILO, così come stabilito nel suo atto costitutivo, è che "il fallimento di una nazione nell'adottare condizioni umane di lavoro rappresenta un ostacolo anche per le altre nazioni che cercano di migliorare tali condizioni nei propri paesi".
Quindi già i padri fondatori dell'ILO avevano previsto il pericolo di una corsa al ribasso dei diritti laddove la competizione internazionale avesse incoraggiato i produttori a tagliare i costi del lavoro nel loro tentativo di espandere le quote di mercato. Molto è cambiato da allora ma la sfida rimane la stessa, sottolinea Houngbo, ovvero come assicurare che il dinamismo della competizione, che oltrepassa ormai i confini e i sistemi normativi nazionali, non porti ad una diffusione delle disuguaglianze ed ad una spirale discendente delle condizioni di lavoro.

Il luogo di lavoro diventa quindi il posto in cui i diritti umani incontrano le forze del mercato ed è qui che il confronto, la negoziazione e il dialogo diventano strumenti fondamentali per rispondere alle pressioni della competizione e ai valori della giustizia sociale. Ed è qui, ribadisce Houngbo, che il ruolo dell’ILO che rappresenta governi, lavoratori e datori di lavoro, diventa fondamentale in quanto definisce principi solidi e il processo per la loro applicazione nella pratica. Principi contenuti nella Dichiarazione sui principi e i diritti fondamentali del lavoro del 1998 e riconosciuti come base per garantire un processo di globalizzazione equo e sostenibile. Questi principi e diritti fondamentali, insieme alle Convenzioni e Raccomandazioni, diventano il corpo normativo di riferimento per governi, organizzazioni internazionali, organizzazioni dei datori di lavoro e sindacati su come il mondo del lavoro dovrebbe funzionare.

Ma in un mercato internazionale caratterizzato dalla rapida crescita di estese catene di fornitura globale, come accade nel settore del tessile-abbigliamento, è sempre più difficile districarsi nella lunga catena di sub fornitori, spesso nascosti nell’informalità. La tragedia del Rana Plaza rappresenta l’emblema di questo trend. A questa sfida l’ILO propone di rispondere incoraggiando nuove partnership all’interno dei paesi fornitori e tra paesi acquirenti e fornitori. L’epicentro di queste partnership transnazionali non possono che essere i governi, le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati che l’ILO sostiene con il preciso obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro. In questo modo i paesi avranno un quadro preciso di riferimento e gli strumenti per promuovere la loro catena di valore e essere sicuri che le esportazioni possano realmente contribuire ad uno sviluppo sostenibile ed inclusivo.
L’ILO è già impegnata in tal senso attraverso il suo programma Better Work indirizzato al settore tessile- abbigliamento con l’obiettivo di migliorare sia la conformità alle norme del lavoro sia la competitività nella catena di fornitura globale attraverso specifici programmi nazionali sviluppati e attuati da governi, datori di lavoro e lavoratori.
“Il dinamismo della competizione dovrebbe portare ad una maggiore tutela dei diritti del lavoro e non il contrario”, ha dichiarato Houngbo . Una competizione “costruttiva” dovrebbe piuttosto concentrarsi sul miglioramento dei prodotti, delle tecnologie e su una più elevata produttività che distribuisca benefici in maniera uniforme e non parcellizzata.
C’è bisogno quindi, conclude il numero due dell’ILO, di un nuovo “social compact” globale e di un percorso che vada verso uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità, promossi attraverso il rispetto delle norme internazionali del lavoro, restano il perno di un mondo socialmente equo e pacifico.     -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 26 Febbraio 2014
Fonte: Il Portale del Lavoro Dignitoso
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Politiche e Mercato del Lavoro
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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