Ti trovi in: Accedi per Aree Tematiche : Territorio

Che cosa è Destinazione Italia
Immagine associata al documento: Che cosa è Destinazione Italia Credito d'imposta per lo sviluppo grazie ai fondi europei, voucher per la digitalizzazione delle imprese e nuovo piano per attrarre cervelli col visto startup. Nel decreto approvato dal consiglio dei ministri anche misure per l'editoria (che dimenticano gli e-book) ed energia.

Si è fatto attendere un bel po', Destinazione Italia. Nel corso del Consiglio dei ministri di venerdì scorso il governo ha finalmente varato tramite un decreto legge il pluriannunciato piano dedicato alla competitività delle imprese, al rilancio dei consumi e all'attrazione degli investimenti stranieri. Commercio e assicurazioni auto a parte, diversi punti presentati dal ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato toccano da vicino l'ecosistema del digitale, dell'innovazione e dell'ambiente.
Partiamo con gli aspetti positivi come il credito d'imposta del 50% offerto per i nuovi investimenti in ricerca e sviluppo nel biennio 2014-2016. La dotazione è di 200 milioni di euro, presi dalla prossima programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, quelli che di solito l'Italia spende poco e male. Ciascun beneficiario potrà goderne fino a un massimo di 2,5 milioni all'anno. Fuori dal privato, Destinazione Italia spinge verso lo sviluppo degli spin-off accademici, anche inserendoli in una programmazione condivisa università-impresa.

Nel documento è prevista poi una spinta alla digitalizzazione delle piccole e medie imprese. Come? Con uno strumento senz'altro limitato, forse poco più che simbolico, ma comunque importante soprattutto per le realtà a conduzione famigliare o con pochissimi dipendenti. Si tratta di finanziamenti a fondo perduto distribuiti con voucher da massimo 10mila euro. Altra benzina anche per migliorare la connessione al Web: detrazione d'imposta del 65%, fino a un massimo di 20mila euro, per potenziare la rete fissa o mobile dove non c'è o è di scarsa qualità. Le aziende potranno anche emettere mini-bond per cercare di raccogliere liquidità e godere dell'invito rivolto dall'esecutivo agli investitori istituzionali italiani, come assicurazioni e fondi pensione, a spendere nei gruppi tricolori. [...]

Da "

Leggi l'articolo sul web       -          
 
Riferimenti (ALT+"D")
Data Pubblicazione sul portale: 16 Dicembre 2013
Fonte: Wired.it
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
Letto: 89 volte