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Capone: Ricerca e innovazione per contrastare la crisi, ma anche una politica industriale nazionale
Immagine associata al documento: Capone: Ricerca e innovazione per contrastare la crisi, ma anche una politica industriale nazionale Investimenti privati, oltre che pubblici, per ricerca e innovazione ma anche una politica industriale nazionale che metta al centro il Sud. È quanto proposto dalla vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone nel corso del forum "Osservatorio Puglia. Industria e finanza per il rilancio dell'economia regionale", che si è svolto oggi a Bari.

Occorre potenziare la volontà di fare ricerca e innovazione da parte delle imprese - ha spiegato - ma non bastano le sole risorse pubbliche. È necessario che scatti la molla delle sinergie. Le risorse devono far parte di una strategia comune che metta il Sud al centro dell'attenzione e in modo coerente rispetto alle politiche europee".
"In Puglia - ha detto - abbiamo approvato investimenti per oltre 3 miliardi di euro grazie ad incentivi dalla dotazione di oltre 2 miliardi di euro. Il Sole 24 Ore ci dice che siamo la Regione che, da sola, nel 2012 ha erogato alle imprese il 27% dei fondi stanziati complessivamente da tutte le regioni italiane. Per il credito alle imprese abbiamo sostenuto le garanzie dei Cofidi per investimenti che valgono 1,26 miliardi di euro".
Questo significa - ha aggiunto la vicepresidente - che in Puglia non mancano né gli incentivi né il credito alle imprese. Il punto è riuscire a trovare investitori che siano disposti ad usare queste risorse per ricerca e innovazione. È questa la sfida. Noi siamo pronti ad aprire un tavolo, mettendo insieme tutti i soggetti che possono contribuire a realizzare un fondo pubblico-privato che agevoli le imprese negli investimenti in ricerca e innovazione. Investimenti che devono riguardare non solo i settori innovativi ma anche quelli maturi".

Tuttavia - ha continuato - gli incentivi regionali e pubblici in generale rappresentano solo un tassello della politica industriale: sono necessarie anche le infrastrutture e i trasporti. Alla Puglia sono state tolte le corse notturne dei treni, mentre per anni si è parlato di investire miliardi per il ponte sullo stretto di Messina. Occorre anche la liquidità per le imprese. La critica più forte alle istituzioni pubbliche riguarda proprio i pagamenti alle aziende. Siamo di fronte a politiche contraddittorie: da un lato l'Unione Europea ci spinge ad erogare i pagamenti, dall'altro la stessa ci impone il restringimento della spesa attraverso il rispetto del patto di stabilità. Questo è uno dei problemi per il quale le imprese chiudono".
La vicepresidente ha poi accennato alle politiche regionali che hanno fatto sì che alcune multinazionali non lasciassero la Puglia.
"Bosch e Getrag - ha detto - volevano andare via nel 2009 come vuole fare oggi Bridgestone. Sono rimaste grazie agli incentivi regionali. Porsche viene ad investire nel Salento. Investe perché Bosch e Getrag hanno parlato bene della Puglia per l'affidabilità del sistema".
"Questo vuol dire - ha concluso - che c'è oggettivamente la possibilità di crescere in Puglia, ma occorre una politica industriale nazionale. Sono indispensabili piani veri per affrontare la crisi, altrimenti è solo una fatica di Sisifo".

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Data Pubblicazione sul portale: 11 Marzo 2013
Fonte: Ufficio Stampa
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Politiche per lo Sviluppo
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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