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La "smart economy" del commercio e dei servizi come chiave per lo sviluppo sociale delle smart city
Immagine associata al documento: La "smart economy" del commercio e dei servizi come chiave per lo sviluppo sociale delle smart city Oltre 4,5 milioni di occupati, di cui quasi 400mila immigrati e oltre 750mila giovani al di sotto dei 30 anni. Quasi due milioni di imprese (un terzo del totale), delle quali quasi 550mila gestite da donne, 200mila da cittadini extracomunitari, 250mila da under 30 e 64mila da over 70.
Sono i numeri "chiave" di due settori economici ad alto tasso di inclusione sociale (commercio e servizi di alloggio e ristorazione), cuore pulsante (e produttivo) di quelle città che l'Europa ci chiede diventino sempre più intelligenti, sostenibili e inclusive, tanto da destinare ad esse il 25% delle risorse che saranno disponibili nel prossimo Quadro comunitario di sostegno.
Si focalizza proprio su queste attività che "abitano" le città, con uno sguardo volto alle opportunità di sviluppo economico di questa "smart economy" (la cui integrazione è fondamentale per realizzare le "smart city"), il X Convegno nazionale sul commercio, promosso da Unioncamere-Indis, a Firenze.

Un appuntamento che vuol guardare "oltre" la crisi, per individuare le concrete possibilità di crescita di queste realtà, ricordandone ad un tempo la forte valenza di coesione sociale che esse svolgono. Un modo per riportare all'attenzione del legislatore il ventaglio delle opportunità che si aprono (e le incongruenze di una legislazione e di una azione amministrativa che continua a lavorare per singoli comparti, mentre, oggi più che mai, proprio in un'ottica europea, sarebbe utile ragionare per sintesi).

"La sovrapposizione legislativa - e talvolta l'aperta conflittualità giunta poi alla Corte Costituzionale - tra Stato e Regioni sono all'origine di situazioni disciplinari che possono essere fortemente disarmoniche tra una Regione ed un'altra", ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.
"Oggi questo costo non è più sostenibile. Occorrono regole che incoraggino la ristrutturazione del sistema del commercio e delle altre attività che vivono le città pensate per dare supporto allo sviluppo del franchising, alla multifunzionalità tra commercio, somministrazione, artigianato e servizi, al rafforzamento delle interconnessioni funzionali tra commercio, turismo e cultura, all'integrazione tra commercio fisico e commercio virtuale. Lo Stato potrebbe immaginare - in un clima di condivisione con le Regioni, gli altri enti locali e le rappresentanze dei titolari di interessi - poche e chiare regole di riferimento non discutibili, lasciando poi ai territori individuare le ulteriori poche e chiare regole per sviluppare l'economia. Su questi obiettivi, per la competitività e per la rigenerazione delle nostre città, si stanno impegnando le Camere di commercio".

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Data Pubblicazione sul portale: 05 Dicembre 2012
Fonte: Unioncamere
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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