World Investment Report 2007

  L'UNCTAD ha presentato il World Investment Report che analizza le tendenze degli investimenti diretti esteri. Nel 2006 gli IDE sono cresciuti a livello globale per il terzo anno consecutivo (+38% rispetto all'anno precedente).
La forte domanda di prodotti di base ha spinto una percentuale notevole di investimenti diretti verso le risorse naturali, anche se il settore dominante è stato ancora una volta quello dei servizi.

L'edizione 2007 dedica particolare attenzione al ruolo degli investimenti delle multinazionali nell'estrazione di petrolio, gas e minerali. La crescita globale degli IDE in entrata è dovuta principalmente:
  • al trend positivo dei profitti della maggior parte delle imprese che ha determinato un aumento del valore delle azioni con conseguente crescita del valore delle acquisizioni e delle fusioni transfrontaliere
  • agli investimenti in nuove filiali soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Questo scenario positivo ha interessato quasi tutte le macro aree: i Paesi sviluppati, quelli in via di sviluppo, i Paesi in transizione dell'Europa sudorientale e la Comunità degli Stati Indipendenti.
Gli IDE in entrata nel Nord Africa, nell'area sub-sahariana e in Asia hanno raggiunto livelli record. Sono invece diminuiti in Oceania, in Sud America e nell'Africa meridionale.

Paesi sviluppati
Gli Stati Uniti riguadagnano la prima posizione nel ranking dei Paesi che attraggono i maggiori investimenti esteri, seguiti da Gran Bretagna (che però registra un -28% rispetto al 2005) e Francia. Da segnalare l'ottima performance del Belgio che raddoppia gli IDE in entrata e del Canada interessato da un'ondata di acquisizioni e fusioni transfrontaliere nel settore minerario. Abbastanza bene anche Germania, Italia, Lussemburgo e Svezia. Circa il 90% delle acquisizioni e fusioni transfrontaliere realizzate nei Paesi sviluppati è da attribuire ad altri Paesi sviluppati. Le acquisizioni da parte dei Paesi in via di transizione nei Paesi sviluppati sono però cresciute del 57% rispetto al 2005. Nel 2006 le multinazionali dei Paesi sviluppati hanno rappresentato la principale fonte di IDE a livello globale (86%). E anche se gli Stati Uniti hanno riconquistato la leadership, quasi la metà di questi investimenti ha avuto origine in Europa (Francia, Spagna e Regno Unito nell'ordine).

Asia
Gli IDE diretti verso l'Asia si sono concentrati in Cina, Hong Kong, Singapore e India. Le acquisizioni e fusioni transfrontaliere nel settore minerario sono quintuplicate. Bene anche il settore servizi. In particolare, in Cina nella distribuzione al dettaglio, in Tailandia nelle telecomunicazioni, nei trasporti ad Hong Kong e nel settore bancario in India, Taiwan e Vietnam. Cina e Hong Kong sono le principali fonti di investimento dell'area anche se l'India sta avanzando prepotentemente. Entrambe le super potenze sono infatti impegnate a cercare all'estero nuove risorse per sostenere lo sviluppo economico.

Europa sudorientale e CSI
Nell'Europa sudorientale e nella CSI i flussi di IDE si sono concentrati nella Federazione Russa, in Romania, nel Kazakistan, in Ucraina e in Bulgaria. La Federazione Russa ha raddoppiato l'afflusso di investimenti esteri, mentre Romania e Bulgaria hanno beneficiato dell'ingresso nell'Ue avvenuto il 1° gennaio 2007.

Previsioni
Si prevede che anche nel 2007 e negli anni seguenti gli IDE continueranno a crescere, anche se a ritmi inferiori rispetto a quelli registrati nel 2006. Nel primo semestre 2007 le acquisizioni e fusioni transfrontaliere sono sì cresciute del 58% rispetto allo stesso periodo del 2006, ma i mercati finanziari stanno vivendo momenti di incertezza e in alcune aree geografiche si stanno determinando situazioni poco favorevoli a un ulteriore sviluppo degli IDE.       -          
Sito di riferimento: http://www.unctad.org/
Data Pubblicazione sul portale: 26 Ottobre 2007
Fonte: Newsmercati
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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