Sarto teatrale foggiano nominato "Personalità illustre della cultura argentina"

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BUENOS AIRES - "E' lui stesso un'opera d'arte". E' l'impattante incipit di un articolo del filosofo argentino Josè Pablo Feimann, in cui si enfatizza la vita del 91enne Pasquale Montecalvo, approdato in Argentina all'età di 5 anni dalla natia Bovino (Foggia), e ora dichiarato 'Personalità illustre della cultura' di Buenos Aires "per la sua carriera nazionale ed internazionale di costumista teatrale, in modo fondamentale nel Teatro Colon". A proporre il riconoscimento è stata la celebre cantante di tango Susana Rinaldi, deputata del governatorato della capitale argentina. E, commosso, ma "portando vigorosamente i suoi 91 anni", scrive Feinmann, Pasquale Montecalvo ha ricevuto l'omaggio nel Salone San Martin del Parlamento della città.

"E' l'ultimo dei grandi sarti teatrali, una razza estinta", assicura il filosofo, ricordando inoltre che "non fu il primo della famiglia ad arrivare in Argentina". Lo precede infatti "nella effervescente Buenos Aires degli Anni 20" il padre Gaetano. "Uno che sa lottare contro le avversità", specifica Feinmann, citando i ricordi del figlio. E che, dopo due anni di "duro lavoro", accumula i soldi "per farsi raggiugere dai suoi, tra i quali Pasquale". Che scende dalla nave rapato. Che t'han fatto Pasqualino?", gli chiede il padre. "Nulla" gli risponde il figlio.

Papà Gaetano, quando ha solo 9 anni, lo porta da un amico sarto. Che lo retribuisce con la sua prima paga. Tempo dopo, Pasquale viene a sapere che c'è un concorso per diventare sarto del Teatro Colon, uno dei templi della lirica mondiale. Lo vince. Ed impara quel mestiere che lo affascina "sotto la guida di Giovanni Manzini, un uomo di prestigio che proveniva dalla Scala di Milano", evidenzia la menzione del premio.

Ma Pasquale non solo impara i segreti del costumista teatrale e fa carriera (dal 1966 al 1976, è il capo della sartoria), ma ama anche la musica. "Il suo idolo è Beniamino Gigli - scrive Feinmann - che si fa confezionare da lui un abito per tutti i giorni". "Forse la sua più grande soddisfazione è che il tenore è affascinato del suo lavoro", assicura il filosofo.

Nel 1974, un nuovo salto di qualità per il sarto foggiano. Viene chiamato per realizzare gli abiti del film 'La Patagonia ribelle'. "Il suo straordinario lavoro, suscita subito offerte", specifica Feimann. Tanto che, sottolinea la menzione del premio, "una volta lasciato il Colon, viene convocato da scenografi per molti film e opere teatrali". Tra gli altri per grandi attori che vengono a lavorare a Buenos Aires come Robert Duwald, William Hurt, Raul Julia e Sean Connery.

Di Pasquale Montecalvo, dice infine il filosofo: "Un uomo semplice, un grande maestro, un artigiano imprescindibile che è stato riconosciuto in un mondo in cui si riconoscono pochi, perché non ci sono molti che meritano di essere riconosciuti".

(fonte Gazzetta del Mezzogiorno)       -          
 

Data Pubblicazione sul portale: 22 Novembre 2012
Redazione: Redazione Pugliesi nel Mondo
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