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Pari Opportunità: arrivano i Patti Sociali e il Marchio di Genere
  Si è tenuto in Fiera l'incontro di lavoro "I Patti Sociali di Genere e la responsabilità sociale delle imprese", per la definizione del percorso di attuazione dei patti sociali di genere e del marchio di genere. Ha introdotto i lavori Magda Terrevoli, Presidente Commmissioni Pari Opportunità Regione Puglia, con le relazioni di Laura Calafà, Professore associato di diritto del Lavoro, Università degli Studi di Verona e di Loredana Capone, UPI Puglia, Assessore alle Politiche Sociale e Vice-Presidente della Provincia di Lecce Ha concluso Elena Gentile, Assessore alla Solidarietà.

La Regione promuove, attraverso i piani sociali di zona, la stipula di accordi territoriali, denominati "patti sociali di genere", tra province, comuni, organizzazioni sindacali e imprenditoriali, sistema scolastico, aziende sanitarie locali e consultori. I patti sociali di genere contengono azioni a sostegno della maternità e della paternità e per sperimentare formule di organizzazione dell'orario di lavoro nelle pubbliche amministrazioni e nelle imprese private che favoriscano la "ri-conciliazione tra vita professionale e vita privata e promuovano un'equa distribuzione del lavoro di cura tra i sessi".

Secondo la bozza di regolamento della legge sulle pari opportunità, i patti servono a:

a) promuovere e divulgare con azioni mirate la cultura della conciliazione e la corresponsabilizzazione dei padri nella cura e nella crescita dei figli e nei lavori di cura;
b) promuovere e diffondere l'utilizzo dei congedi di maternità e parentali in una logica territoriale di equilibrio tra la fruizione dei congedi e la disponibilità di servizi di cura;
c) incrementare la quantità e la qualità dei servizi alla persona disponibili sul territorio regionale in osservanza delle disposizioni del regol. reg. 4/2007;
d) garantire il valore sociale della maternità e della paternità e sostenere la genitorialità come scelta consapevole soprattutto presso le fasce più deboli della popolazione pugliese attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione;
e) promuovere processi di contrattazione decentrata per estendere alle lavoratrici e ai lavoratori precari le tutele riconosciute ai lavoratori a tempo indeterminato;
f) promuovere corsi di aggiornamento per donne e uomini che rientrano dopo il congedo obbligatorio e facoltativo di maternità e parentale;
g) favorire l'utilizzo del part-time per motivi parentali anche attraverso l'attivazione di meccanismi di incentivazione economica;
h) favorire l'inserimento lavorativo delle donne in particolari condizioni di disagio, quali madri sole con figli minori di tre anni, donne immigrate, famiglie monoparentali con carichi di cura;
i) realizzare progetti di formazione dei lavoratori che, sulla base di accordi contrattuali, prevedano quote di riduzione dell'orario di lavoro Il marchio di genere poi è promosso dalla Regione presso il sistema imprenditoriale pugliese per l'adozione di piani per l'uguaglianza di genere nelle imprese.

La Giunta regionale promuove politiche premiali per le imprese che adottino tali piani attribuendo così il "marchio di genere" secondo modalità definite dalla Giunta regionale. Il marchio, una sorta di bollino di qualità per le imprese che svolgano politiche di parità, sarà quindi concesso direttamente dalla Regione.       -          
 
Riferimenti (ALT+"D")
Data Pubblicazione sul portale: 13 Settembre 2007
Fonte: Portale della Regione Puglia
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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