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Donne e lavoro, Gentile: come contrastare le dimissioni per maternità
Immagine associata al documento: Donne e lavoro, Gentile: come contrastare le dimissioni per maternità L'assessore al Welfare, Elena Gentile, ha presentato oggi in conferenza stampa i risultati di uno studio commissionato dalla Consigliera regionale di parità sul fenomeno delle dimissioni per maternità.
"Fenomeno che è diverso da quello delle cosiddette dimissioni in bianco - ha spiegato la consigliera di parità Serenella Molendini - ma che è contiguo e va esaminato con precisione". Ad esempio, il fenomeno sembra in crescita: nel 2009 ci sono stati 662 casi, nel 2010 841 e nel 2011 886 di donne che si sono dimesse dal lavoro nel periodo che va dal primo giorno di gravidanza al primo anno di vita del neonato.

L'ufficio della consigliera di parità ha incaricato il prof. Enrico Ciavolino e la professoressa Claudia Sunna dell'Università del Salento di analizzare i motivi delle dimissioni. Le motivazioni sembrano degne di analisi: nel questionario predisposto dalla Direzione regionale del lavoro (presente stamattina la dirigente Ester Tosches) una gran parte indica di non poter conciliare lavoro e figlio, ma una parte rilevante indica di volersi dedicare alla prole in maniera esclusiva.

"Motivazioni che vanno indagate proprio per evitare che le donne lascino il lavoro perché costrette - ha detto la Molendini - magari indicando sistemi alternativi alla perdita del lavoro".

Oltre alla Molendini e alla Tosches, è intervenuta anche la dirigente regionale Annamaria Candela. L'assessore Gentile si è dichiarata "stanca di ascoltare continuamente proclami che pretendono di voler mettere a valore il capitale umano rappresentato dalle donne, per poi trovarsi, magari in un confronto con l'attuale governo, una grossolana insensibilità sul problema. La crisi non può giustificare solo i tagli e non premiare le buone prassi: noi non chiediamo risorse, ma strumenti per due temi: il sostegno alle famiglie e al lavoro delle donne. Che non sono temi separati, ma un ragionevole punto di sintesi. E sull'articolo 18 si deve dire che c'è un chiacchiericcio insopportabile: dai dati emerge che le precarie donne sono in gran parte dipendenti di aziende piccole e piccolissime. Cosa c'entra allora la polemica sulle rigidità? E infine: la Puglia non accetterà compromessi: non accetteremo che al welfare familiare si deleghino tutte le cure: vogliamo politiche attive".       -          
 
Riferimenti (ALT+"D")
Data Pubblicazione sul portale: 02 Febbraio 2012
Fonte: Ufficio Stampa Regione Puglia
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Politiche per lo Sviluppo
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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