Il sesso non potrà costituire un fattore che determini differenze nel calcolo dei premi e delle prestazioni ai fini assicurativi e di altri servizi finanziari.
Lo prevede lo schema di decreto legislativo, esaminato ed approvato dal Consiglio dei Ministri che si è riunito il 27 luglio scorso, proposto dal Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità e dal Ministero per le Politiche Comunitarie, che modifica in più punti il vigente Codice per le Pari Opportunità.
Il provvedimento recepisce la direttiva 2004/113/CE per la parità di trattamento tra uomini e donne nell'accesso ai beni e servizi e loro fornitura. Anche in settori al di fuori del mercato del lavoro hanno luogo discriminazioni basate sul sesso che ostacolano la piena integrazione degli uomini e delle donne nella vita economica e sociale.
Nella fornitura dei servizi assicurativi e altri servizi finanziari connessi viene imposta l'adozione di premi e prestazioni unisex, fatta salva la possibilità di adottare variazioni ove il fattore sesso sia determinante nella valutazione dei rischi, in base a dati attuariali e statistici affidabili, aggiornati e pubblici. E' inoltre vietato un trattamento meno favorevole delle donne a motivo della gravidanza e della maternità.
Lo schema di decreto, da sottoporre ai pareri delle Commissioni Parlamentari, prevede una specifica procedura giurisdizionale a tutela di queste forme di discriminazione, nonché l'attribuzione al Dipartimento per i diritti e le pari opportunità di funzioni di assistenza alle vittime e di promozione della parità di trattamento negli ambiti presi in considerazione dal provvedimento.
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