I contratti che analizzeremo in questa sezione sono disciplinati nella quasi totalità degli ordinamenti dei singoli Paesi. Tuttavia essi tendono ad assumere nel commercio internazionale una configurazione parzialmente diversa rispetto al modo con il quale essi sono regolati dalle norme di diritto interno: per alcuni contratti si è affermata una disciplina distinta a livello internazionale, per altri si assiste al graduale consolidarsi di standard internazionali uniformi che tendono ad essere mantenuti anche quando il contratto viene inserito in uno specifico ordinamento nazionale. Le ragioni per cui a livello internazionale avviene questo processo possono ravvisarsi anche nella diffidenza degli operatori nei confronti di fattispecie che siano tipiche nell'ordinamento di uno dei loro partner commerciali ma sconosciute al loro sistema giuridico e nella conseguente maggior facilità con cui gli imprenditori appartenenti a sistemi giuridici diversi negoziano fattispecie e stipulano intese conformi alle loro necessità piuttosto che a modelli regolati da un singolo ordinamento.

Nel commercio internazionale un ruolo importante è occupato dal contratto di compravendita; da esso, a seconda dell'elemento caratterizzante il rapporto contrattuale, si sono gradualmente differenziati una serie di contratti di scambio che hanno dato luogo a figure contrattuali autonome.

Per esempio, la concessione di vendita - che è stata esaminata nella sezione dedicata ai contratti di distribuzione - si differenzia dalla compravendita, in quanto alla funzione di scambio tipica di quest'ultima viene ad affiancarsi e acquista rilievo appunto la funzione distributiva.

Gli operatori commerciali ed i soggetti che, anche episodicamente, negoziano acquisti o vendite internazionali di beni utilizzano indifferentemente i termini compravendita e fornitura (sale - supply), per definire la propria relazione d'affari; e ciò al punto tale da confondere e sovrapporre la fattispecie negoziale della singola operazione commerciale in forza della quale avviene lo scambio del bene contro il pagamento del prezzo (vendita), con la nascita di un rapporto continuativo, di un flusso di prodotti e/o servizi contro il pagamento di un corrispettivo (somministrazione - fornitura).

Nella categoria generale della fornitura si possono far rientrare diverse tipologie di intesa, dai contenuti variamente articolati:

• la fornitura di merci genericamente individuate (legname, cereali, minerali, materie prime in genere) per le quali le specifiche, i termini e le condizioni delle pattuizioni contrattuali non richiedono particolari attenzioni o dettagli, trattandosi spesso di accordi soggetti, tra l'altro, ad usi e consuetudini noti ed ampiamente diffusi in ciascun settore merceologico sì da essere applicabili all'accordo concluso attraverso un semplice richiamo, ad essi o alla loro fonte di provenienza, nel testo contrattuale (usi e prassi di una determinata borsa merci o associazione di categoria che rappresentano, in un certo campo, il riferimento in materia di prezzi, di requisiti tecnico-qualitativi, ecc, di un determinato prodotto);
• la fornitura di beni specifici, cioè descritti più o meno analiticamente e contraddistinti da particolari qualità, marchi e/o segni distintivi che li rendono diversi da un "genus" comunemente diffuso e disponibile sul mercato e senza differenziazioni rispetto ad altri prodotti dello stesso tipo. In presenza di una fornitura di questa natura è frequente la pretesa da parte dell'acquirente ad un'esclusiva nell'acquisto di tali articoli su un determinato territorio;
• la sub-fornitura nel contesto della realizzazione di un'opera o di un servizio da incorporare nel ciclo produttivo dell'acquirente;
• la fornitura di macchinari ed impianti industriali.