La forbice Nord-Sud? E' aperta, tangibile, misurabile. Fin qui, nulla di nuovo. E però, per una volta l'ottica s'inverte e i numeri dettano la rivoluzione a passo di carica. Il tema è quello strategico e irritabile dell'energia, i fatti spiegano che la Puglia è leader di produzione in esubero rispetto al reale fabbisogno locale: l'80 per cento dei Terawatt spremuti da carbone e gas, sole e vento una volta immessi in rete si ramificano nel tessuto di altre regioni. La Puglia produce circa 32mila Gw di energia: di questi circa 15mila esulano dal bisogno regionale, che si arresta ai 18mila Gw. Un dato controcorrente rispetto alla rotta italiana: il Paese ha un deficit del 14 per cento nella frattura fra produzione e fabbisogno. Merito, o colpa, delle regioni a maggior tasso industriale del Nord: Lombardia e Veneto "importano" rispettivamente 21mila e 15.300 Gw dal reticolo produttivo extraregionale. Cifre ufficiali , snocciolate dal report di Terna. Cifre incasellate su dati del 2009 (gli ultimi ufficialmente a disposizione) e che per la Puglia nel Frattempo saranno senza dubbio lievitati: se per le fonti convenzionali la produzione regionale (già corposa: rappresentazione plastica ne è la centrale a carbone Enel di Brindisi, la più grande d'Italia) non subisce smottamenti rilevanti, i Mw macinati in un anno con le rinnovabili sono stati parecchi (la potenza attuale attiva di fotovoltaico è di 791 Mw).[...]

Da "Nuovo Quotidiano di Puglia" del 19 marzo 2011 (pag. V)       -