Ti trovi in: Accedi per Aree Tematiche : Donne e Impresa

Italia al primo posto Ue per parità uomo-donna nei salari
Immagine associata al documento: Italia al primo posto Ue per parità uomo-donna nei salari Notizie confortanti per il lavoro al femminile arrivano proprio nel giorno per antonomasia dedicato alle donne. Sono stati infatti pubblicati da 'La Stampa' i dati del rapporto Ue, secondo i quali in Italia la differenza media tra il salario di un uomo e quello di una donna sia la più bassa d'Europa.

Le lavoratrici italiane guadagnerebbero in media solo il 4,9% in meno degli uomini, percentuale irrisoria se confrontata a quella degli altri paesi europei. La differenza media in Spagna è del 17,1%, in Germania del 23,2%, in Gran Bretagna del 25,5%, per arrivare al 30,3% dell'Estonia. Numeri che per la Commissione europea segnalano "un problema intollerabile e difficile da sradicare".

Ma come si spiega questo 'primato' italiano? La Commissione europea lo fa considerando il peso più basso di lavoro rosa sul totale: "Quelle che hanno un impiego - si nota - sono le più preparate". E' però importante analizzare i numeri in un quadro più ampio, che prenda ad esempio in considerazione le differenti percentuali relative all'occupazione maschile e femminile. In Europa, il calcolo della media, infatti, rivela che ha un lavoro il 71% degli uomini e il 58,7% delle donne. In Italia gli uomini a lavorare sono il 68,9% mentre le donne sono il 46,1%, ossia una su due.

"Da una cinquantina d'anni l'Italia - afferma in un'intervista al quotidiano l'economista Fiorella Kostoris - ha deciso di parificare le retribuzioni degli uomini e delle donne che fanno lo stesso mestiere. Ma da noi l'accesso ai vari lavori non è paritario, e questo finisce per creare un gap salariale che in teoria non ci dovrebbe essere. Le donne da noi finiscono per guadagnare di meno perchè fanno lavori meno qualificati".

"Sono molto preoccupata per il fatto che il divario salariale fra uomini e donne sia diminuito di poco negli ultimi 15 anni e in alcuni paesi sia addirittura in aumento", accusa Viviane Reding, responsabile Ue per la Giustizia. Per Bruxelles, queste differenze rappresenterebbero "un costo che non ci si può permettere".

Inoltre, secondo uno studio del governo svedese, l'eliminazione di ogni disparità di genere potrebbe "condurre a un incremento potenziale del Pil fra il 15% e il 45%".       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 08 Marzo 2010
Fonte: LabItalia
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Lavoro e Formazione
Redazione: Redazione Sistema Puglia
Letto: 95 volte