"I due terzi delle nostre PMI distrettuali continuano a differenziare l'offerta produttiva, investendo in innovazione, in design, in gusto. E proprio facendo della qualità la propria bandiera, circa il 45% di esse conta di intercettare nuovi bisogni di nuovi clienti, raggiungendo altri e più promettenti mercati esteri. Un sacrificio non del tutto riconosciuto. Se è vero, come è vero, che è su di essi che si scarica più pesantemente la tassazione", è quanto ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nell'intervento di apertura alla presentazione del I Rapporto dell'Osservatorio dei distretti italiani.
"I risultati di tali strategie - ha proseguito Dardanello - cominciano però ad arrivare. Anche se all'interno dei distretti registriamo situazioni molto diverse fra loro, gli ultimi mesi del 2009 hanno visto un diffuso rallentamento della caduta per i principali indicatori economici. Intervistate dal nostro Centro Studi a metà dicembre, il 62% delle imprese distrettuali ha previsto che, a crisi riassorbita, avrà raggiunto un livello di competitività superiore a quello di un anno fa. Le filiere si sono sfilacciate ma senza forti emorragie nel tessuto imprenditoriale dei distretti. È invece quella occupazionale, in prospettiva, la vera emergenza: in queste aree, il 42% delle imprese ha ridotto gli organici nel 2009 e il 25% lo farà nel 2010. Una flessione importante, ma in molti casi meno accentuata rispetto alle perdite segnalate dai bilanci. Perché per i nostri imprenditori, specialmente quelli a capo delle piccolissime aziende e dei laboratori artigiani, è questo il vero "patrimonio", la cui perdita sarebbe difficile da ricostruire in tempi brevi". - |