Affitti, bollette, servizi bancari e l'assicurazione obbligatoria pesano per il 40% sul totale delle spese delle famiglie italiane. Questo il quadro dipinto dall'Ufficio Studi Confcommercio nella ricerca "Il commercio dentro la recessione" presentata a Roma. In particolare, le spese fisse sono passate dal 23,3% del 1970 al 38,8% del 2008. E per il 2011 si prevede un ulteriore, seppur lieve, incremento, arrivando al 39%.
Secondo l'indagine le spese obbligate a carico delle famiglie italiane sono cresciute nettamente nel corso degli anni: nel 1970 il loro peso sugli esborsi totali era circa la metà (23%). Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha giudicato molto negativo il dato: "Tra il 2000 e il 2008 i consumi pro-capite sono cresciuti in media di appena lo 0,5% l'anno, mentre ormai le spese obbligate assorbono quasi il 40% della spesa complessiva". Sangalli ha sottolineato inoltre, come sui consumi pesi anche la tassazione: "la pressione fiscale complessiva rimane oggi inchiodata intorno al 43%". "I dati chiariscono che tanto nel lungo termine quanto nell'analisi per sotto-periodi - ha spiegato Mariano Bella, direttore dell'Ufficio Studi - vi è stato un drenaggio continuo di risorse dai settori dei beni commercializzabili, quelli che passano dai negozi e sono scelti liberamente dai consumatori, ai settori totalmente o parzialmente protetti: l'indice dei prezzi delle spese obbligate in quasi 40 anni è cresciuto di circa 27 volte, quello dei commercializzabili di 16 volte, ovvero poco più della metà. I beni alimentari hanno un'inflazione ancora più bassa". Per ulteriori informazioni collegati al Sito di Riferimento - Sito di riferimento: http://www.confcommercio.it/home/documento-Ufficio-Studi.doc_cvt.htm |