Le PMI a Visco: via la gogna fiscale

  Un contraddittorio più efficace e studi di settore con indici più precisi. Ma anche scontrini e ricevute senza valenza fiscale. Si apre così il confronto tra il fronte comune delle pmi italiane e il fisco. Per la prima volta, infatti, sei organizzazioni della piccola impresa, CNA, Confartigianato, Confesercenti, Casartigiani, Claai e Confcommercio hanno parlato con un'unica voce al viceministro dell'economia Vincenzo Visco. Oggetto dell'incontro: le proprie perplessità sugli studi di settore e gli adempimenti fiscali, gogna fiscale compresa. Ovvero il cartello esposto fuori dagli esercizi commerciali beccati in fallo dalla finanza per omesso scontrino tre volte di seguito. A Visco pmi e artigiani hanno fatto notare come la mano pesante dell'amministrazione fiscale non abbia per alcuni versi dato corso all'accordo siglato poco prima dello scorso Natale, proprio in materia di studi di settore e fisco. Sotto accusa, per cominciare, i cosiddetti indici di normalità economica, ovvero quel parametri che rappresentano il riferimento, sulla base di una media del settore, per stabilire se imprese siano congrue o meno.
Secondo le pmi gli indici costruiti autonomamente dal ministero, in vigore a partire dal 2006, sono poco puntuali, proprio perché fanno riferimento a una media generale del settore. Nel variegato mondo della pmi, infatti, contano molto i sottosettori o, per dirla in termini fiscali, i cosiddetti cluster, ovvero sottoinsiemi li imprese appartenenti allo stesso comparto. Così i piccoli imprenditori italiani hanno chiesto a Visco una sorta di seconda occasione per chi non intende adeguarsi al volume di ricavi richiesto dagli studi stessi in virtù dell'applicazione di uno degli indici di normalità economica elaborati dal ministero.
Per poi, però, adeguarsi al volume di ricavi che emergerà dall'applicazione degli indici di normalità economica più equi e selettivi elaborati con la partecipazione degli imprenditori nel corso delle prossime revisioni. Intanto, comunque, artigiani e commercianti vogliono un contraddittorio più equi librato. E' importante, hanno detto le pmi a Visco, dare una concreta possibilità a chi si trova realmente al di sotto dei valori medi.
Contestualmente a questo le sei associazioni hanno insistito perché sia resa disponibile dal fisco la banca dati sugli studi, altro impegno preso nel protocollo di intesa siglato a fine 2006 ma sino a ora disatteso.

«Quello di oggi (ieri, ndr) è stato un incontro interlocutorio», ha commentato Sergio Silvestrini, direttore della divisione economica e sociale della CNA, «speriamo tuttavia che il confronto aperto positivamente possa portare a risultati concreti per le nostre aziende. Le imprese, infatti, sono fortemente preoccupate per un fisco che rischia di sparare nel mucchio», ha aggiunto. Dal canto suo Visco ha giustificato la mano pesante dell'amministrazione fiscale con i problemi dei conti pubblici emersi a inizio legislatura e la necessità della lotta all'evasione. Capitolo a parte merita, inoltre, la materia della valenza fiscale dello scontrino e della ricevuta. Altro terreno sul quale tutti i piccoli imprenditori hanno fatto fronte comune.

A Visco le cinque organizzazioni hanno chiesto, infatti, o la cancellazione dell'adempimento relativo all'invio all'Agenzia delle entrate dei corrispettivi giornalieri (ovvero quanto un negozio incassa, ndr), oppure la perdita della valenza fiscale di scontrini e ricevute. Delle due l'una, dicono le pmi. Dulcis in fundo, i piccoli imprenditori e commercianti hanno invocato la cancellazione dell'odiosa gogna fiscale inflitta a chi è pizzicato alla mancata emissione di scontrini e ricevute per tre volte. Sino a oggi la legge dice: saracinesca abbassata e cartello che notifica l'accertamento in corso. Una gogna, dicono le pmi, prima ancora della condanna.       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 08 Maggio 2007
Fonte: CNA
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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