La Commissione adotta Libro verde sul futuro della politica comune della pesca

  La Commissione europea ha adottato un Libro verde sul futuro della politica comune della pesca dell'UE che analizza le carenze della politica attuale e avvia un'ampia consultazione pubblica su come porvi rimedio. Il Libro verde persegue un duplice obiettivo: far conoscere le sfide che il settore ha dovuto affrontare negli ultimi anni e suscitare una reazione pubblica che possa contribuire all'elaborazione di un sistema di gestione della pesca basato su un approccio moderno, innovativo e maggiormente basato sul consenso. Il documento analizza tutte le sfaccettature dell'attuale politica della pesca e spiega la ragione per cui determinati problemi persistono malgrado i progressi realizzati dalla riforma del 2002. Un aspetto cruciale è rappresentato dal depauperamento degli stock ittici europei: l'88% di essi, infatti, è sottoposto ad eccessivo sfruttamento (contro una media globale del 25%) e il 30% è "al di sotto dei limiti biologici di sicurezza", e non può quindi riprodursi ad un tasso normale a causa del numero sempre più ridotto di individui in età riproduttiva. Tuttavia in molte attività di pesca continuiamo ad operare a livelli due o tre volte più elevati di quelli che gli stock sarebbero in grado di sostenere. Tale fenomeno, per lo più riconducibile a un eccesso di capacità della flotta, rappresenta in ultima analisi uno svantaggio economico: infatti, non solo contribuisce al depauperamento della risorsa ittica, ma erode progressivamente la redditività del settore. È necessario trovare soluzioni che consentano di ricostituire gli stock più depauperati e di garantire nel contempo che la pesca rimanga una fonte di reddito affidabile per i pescatori.
Accanto alla sovraccapacità della flotta, il Libro verde identifica altre quattro carenze strutturali dell'attuale strategia: la mancanza di precisi obiettivi politici, in particolare per quanto riguarda la responsabilità ecologica e l'integrazione a problematiche marittime più ampie; un sistema decisionale troppo centralizzato e basato su soluzioni di scarso respiro, che nella maggior parte dei casi vanno a detrimento della sostenibilità a lungo termine; un quadro che non responsabilizza il settore in misura sufficiente; l'assenza di una volontà politica di garantire il rispetto dei limiti imposti all'attività di pesca.
I pescatori e i gruppi di interesse del settore, ma anche la comunità scientifica, la società civile e i cittadini interessati, sono invitati ad esprimere il loro punto di vista sul futuro assetto della pesca europea entro il 31 dicembre prossimo. Dopo un'ulteriore consultazione dei gruppi di interesse, la Commissione preparerà quindi una relazione di valutazione dell'impatto e una proposta di un nuovo regolamento di base. La proposta di regolamento potrebbe essere presentata al Parlamento europeo e al Consiglio all'inizio del 2011, in vista dell'adozione nel 2012.
Ulteriori informazioni e documentazione sono reperibili al seguente sito di riferimento:       -          
Sito di riferimento: http://ec.europa.eu/fisheries/reform
Data Pubblicazione sul portale: 27 Aprile 2009
Fonte: www.europaregioni.it
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Sportello Europa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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