Commercio estero, Urso: 'Made in Italy ha anticorpi per resistere, ma crisi è grave'

  A febbraio 2009 le esportazioni italiane verso i Paesi extra UE hanno fatto registrare una flessione rispetto al mese di febbraio 2008 pari a -21,9%, inferiore rispetto al calo verificatosi a gennaio che era stato del -30%. Inoltre, i dati depurati della stagionalità mostrano una crescita congiunturale dell'export a febbraio dell'8,8% rispetto a gennaio. "Significa che il Made in Italy possiede gli anticorpi giusti per resiste alla tempesta in atto - spiega Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero - Resistiamo certamente meglio di altri competitor europei e internazionali basta guardare al Giappone che ha appena annunciato una flessione del proprio export addirittura del 49% a febbraio".

"Tutto questo - prosegue Urso - non basta per affermare che vi sia un'inversione di tendenza nella dinamica del commercio estero italiano, schiacciato dalla più forte recessione mondiale del secondo dopoguerra. La crisi è grave ed è sotto gli occhi di tutti".

Nello specifico le esportazioni verso quasi tutti i principali mercati di destinazione extra UE sono state ancora fortemente negative in febbraio, a cominciare dagli USA (-34%), dalla Russia (-36%) e dall'India (-35%). Meno accentuati sono stati i cali delle esportazioni italiane verso Giappone (-12%), Cina (-15%) e Brasile (-17%). I flussi meno colpiti sono stati quelli verso la Svizzera (-6%, sostenuti dai prodotti in metallo e dai mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli) e i Paesi OPEC (in lieve crescita, +1,5%).

"In tutto questo appare un dato positivo e finalmente significativo - prosegue il sottosegretario - il miglioramento del surplus della bilancia commerciale a febbraio grazie al minor peso della "bolletta" energetica. Il deficit italiano con l'estero infatti è diminuito a 722 milioni di euro rispetto ai 1.313 milioni del febbraio 2008".

Eurostat ha diffuso i dati sulla bilancia commerciale 2008 dei Paesi UE, dai quali risulta evidente che sino all'inizio dell'attuale crisi mondiale l'Italia aveva ottenuto importanti risultati positivi a dimostrazione della competitività delle sue imprese.
"In primo luogo, nonostante la dimensione del suo passivo per l'energia - prosegue Urso - l'Italia ha chiuso il 2008 con un deficit complessivo molto contenuto, pari a -11,5 miliardi di euro contro i deficit estremamente più elevati di Francia (-67,9 miliardi), Spagna (-90,5 miliardi) e Gran Bretagna (-118 miliardi)". "In secondo luogo, se si eccettua il suo deficit strutturale per la chimica - conclude il sottosegretario - nei prodotti industriali manufatti non alimentari l'Italia ha ottenuto nel 2008 due notevoli risultati confermandosi assieme alla Germania come il più importante Paese trasformatore-esportatore d'Europa: nella meccanica-mezzi di trasporto il nostro surplus commerciale con l'estero è stato nel 2008 di 37,4 miliardi di euro (mentre Francia, Spagna e Gran Bretagna sono risultate in deficit); negli altri prodotti manufatti (voce comprendente tutti i classici prodotti del made in Italy, dall'abbigliamento ai mobili, dalle piastrelle alle calzature) il surplus italiano è stato pressoché analogo, pari a 37,2 miliardi di euro (ed anche in questo caso Francia, Spagna e Gran Bretagna sono risultate in sensibile deficit). Vuol dire che il made in Italy possiede gli anticorpi giusti per resistere alla crisi, proprio perché in questi anni le nostre imprese hanno scommesso sull'internazionalizzazione e per questo non possono essere abbandonate".       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 27 Marzo 2009
Fonte: Ministero del Commercio Internazionale
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Internazionalizzazione
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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