Pmi manufatturiere alla riscossa

  Le piccole imprese del manifatturiero trainano la ripresa dell'economia italiana. Nel gennaio del 2007, infatti, dati Istat alla mano, l'indice della produzione industriale per tutte le aziende, è aumentato del 2% e l'incremento tendenziale nei settori riguardanti i beni strumentali è stato pari al 7%.

Andando poi a suddividere questo dato per settore merceologico si vede che gli aumenti maggiori sono nei mezzi di trasporto (auto ecc.), apparecchi elettrici di precisione, macchine e apparecchi meccanici. Addirittura nel settore delle macchine utensili il dato segnalato dai produttori è quello di un aumento dei volumi produttivi, su base annua, superiore al 15%. Incrementi significativi si registrano, poi, in altri comparti manifatturieri diversi dalla meccanica, come il legno e prodotti in legno, con una ripresa incoraggiante anche nel settore del mobile, dopo un 2005 ancora segnato in termini negativi. «Questi sono dati riguardanti le imprese di tutte le dimensioni», spiega Giancarlo Gamberini, responsabile della CNA Produzione, «ma nel manifatturiero la componente dell'artigianato e della pmi è particolarmente rilevante, se si considera che tra le circa 70 mila imprese della metalmeccanica di produzione operanti in Italia circa il 60% ha meno di dieci addetti». Ma non basta. «Solo lo 0,2% delle imprese ha più di 1.000 addetti», aggiunge Gamberini, «e possiamo quindi tranquillamente affermare che questo trend, che in una prima fase ha coinvolto principalmente imprese di media dimensione, si è poi consolidato trascinando positivamente anche una buona parte delle microimprese». I centri studi economici nazionale e regionali, sottolinea la CNA produzione, indicano che l'andamento positivo della produzione non è riconducibile solo a fattori ciclici e congiunturali, ma è dovuto anche a un miglioramento di alcuni fattori strutturali. «In modo particolare», spiega Gamberini, «la capacità della piccola impresa di reagire alla sfida competitiva sui mercati elevando la qualità dei prodotti e diversificando i committenti». Le piccole imprese del manifatturiero, dunque, hanno saputo reagire alla crisi. Quello del 2006 è, infatti, il primo anno in cui il saldo della produzione nel settore torna in crescita dopo cinque anni di stagnazione produttiva. Il dinamismo della pmi manifatturiera è dimostrato, secondo CNA Produzione, pure dall'andamento positivo dell'export.

«Il che sfata, in parte, lo stereotipo della microimpresa che opererebbe soltanto su base locale», spiega il responsabile della CNA produzione. «In realtà», chiarisce Gamberini, «l'artigianato realizza il 17% delle esportazioni complessive non agricole e almeno 30-40 mila imprese artigiane sono impegnate direttamente sui mercati esteri». Se il sereno sembra essere tornato nel settore, alcuni problemi restano sul tappeto. «In primo luogo», dice Gamberini, «la forte incidenza sui costi aziendali, soprattutto per le aziende di subfornitura che non hanno la possibilità di recuperare il differenziale dei costi nel rapporto con i loro committenti, derivanti dal fortissimo aumento di molte materie prime, componenti e semilavorati». Intatti, restano poi i problemi dell'incidenza delle tariffe energetiche e della ridotta liquidità aziendale, ossia l'accesso al credito. «C'è inoltre una difficoltà di reperimento di manodopera qualificata», dice Gamberini, «e di accesso ai centri di ricerca, università.

Questioni che mettono in difficoltà l'impresa nella lotta alla crescita della qualità». «È quindi indispensabile», conclude Gamberini, «costruire politiche efficaci per far incontrare i fabbisogni di innovazione di prodotto e processo della pmi, con il mondo della ricerca e della tecnologia. E' necessario che il piano di industria 2015 affronti questi nodi».       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 10 Aprile 2007
Fonte: CNA
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Redazione: Redazione Sistema Puglia
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