Domani, mercoledì 25 febbraio, la Commissione Europea proporrà di lasciare agli Stati membri la possibilità di esonerare le microimprese europee dalla quarta direttiva sulle norme contabili [78/660/CEE] attinente alla contabilità annuale delle società di capitali.

Sarebbero interessate le entità che rispettano uno o due dei seguenti criteri:
- un bilancio totale di 500.000 euro;
- un personale limitato a dieci dipendenti.

Queste soglie devono tuttavia essere oggetto di ulteriori discussioni al massimo livello dell'istituzione europea. Alcune organizzazioni professionali denunciano una misura politica intesa ad accontentare la Germania, ingiustificata sul piano economico e intesa a mostrare che la Commissione ottiene risultati concreti in materia di semplificazione amministrativa, prima del Consiglio europeo.
Per giustificare la sua proposta, la Commissione adduce l'argomentazione della semplificazione legislativa e, quindi, della riduzione dei costi per il 75% delle imprese europee potenzialmente interessate in Europa. Nell'ottobre scorso, il commissario McCreevy aveva apprezzato i risultati dei lavori del gruppo "Stoiber" sulla riduzione degli oneri amministrativi. Quest'ultimo aveva valutato che l'esenzione nell'UE delle microimprese europee dalle norme contabili europee avrebbe fatto risparmiare potenzialmente cinque miliardi di euro.
Alcune organizzazioni professionali si oppongono apertamente alla misura annunciata dalla Commissione. L'Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese [UEAPMI], la Federazione europea degli esperti contabili e la Federazione europea degli esperti contabili e dei revisori dei conti delle PMI [EFAA] hanno denunciato in ottobre un'iniziativa che avrà effetti contrari a quello annunciato. "Questo non indurrà la riduzione dei costi sperata", ha indicato un professionista del settore, che ritiene "ridicola" una misura che può generare un risparmio di circa 1.200 euro all'anno per microimpresa. "Dire che la Commissione si preoccupa di ottenere una migliore legislazione è una menzogna!", ha detto Luc Hendrickx dell'UEAPMI. E ha ritenuto che non tutti gli Stati membri utilizzeranno la possibilità offerta e che questa situazione creerà obblighi diversi da un paese all'altro nell'UE, frammenterà il mercato interno e frenerà l'internazionalizzazione delle imprese confrontate a diversi sistemi contabili diversi.
Secondo i professionisti del settore, occorrerebbe soprattutto interrogarsi a proposito dei veri utenti dei conti annuali: le amministrazioni nazionali per motivi fiscali e statistici, le banche, prima di attribuire prestiti alle imprese, fornitori che vogliono conoscere lo stato in cui versa un'impresa, prima di fare affari con questa, ecc. Se questi obblighi armonizzati dovessero venir meno, questi utenti incontrerebbero maggiori difficoltà per ottenere questi dati.

Sembra, infine, che il dossier abbia preso una svolta decisamente politica, mirando ad accontentare soprattutto la Germania. Avendo esercitato tutte le pressioni possibili perché questa iniziativa venisse presa, la Germania dovrebbe, assieme al Regno Unito, approfittare della possibilità che si presenterà nel 2010. "I datori di lavoro tedeschi sono allergici alla pubblicazione dei conti dell'azienda", ha spiegato lo stesso esperto. La misura, rendendo meno trasparente la situazione finanziaria delle PMI tedesche, potrebbe essere destinata anche a proteggere queste ultime di fronte alle loro concorrenti europee. E secondo alcuni osservatori, in questo periodo che precede il rinnovo del collegio dei commissari, il Presidente Barroso, ufficiosamente in campagna, non avrebbe nulla da rifiutare alla Germania...       -