Consulenti lavoro, libro unico strumento positivo di semplificazione

Immagine associata al documento: Consulenti lavoro, libro unico strumento positivo di semplificazione "Uno strumento assolutamente positivo di semplificazione dell'amministrazione del rapporto di lavoro e che consente di ottimizzare la gestione degli studi dei consulenti del lavoro". Così Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, riassume a LABITALIA la valutazione sulla norma che istituisce l'obbligatorietà di tenere un libro unico del lavoro per i datori di lavoro privati, a partire dal 1° gennaio 2009. I consulenti del lavoro, circa 25.000 professionisti attivi in tutta Italia che gestiscono per conto di 1 milione di aziende oltre 7 milioni di rapporti di lavoro, si sono, infatti, riuniti a Roma, all'Hotel Oly, per discutere proprio del 'Libro Unico del lavoro. A 60 giorni dall'entrata in vigore, quali i dubbi?', in concomitanza con le votazioni per il rinnovo del Consiglio nazionale dell'Ordine. "Da questo incontro - ha aggiunto Calderone - scaturiranno dei suggerimenti per il ministero del Lavoro, su alcuni aspetti che sono da migliorare (come il calendario sfasato, le procedure di deleghe o autorizzazioni), ma bisogna dire che la strada è quella giusta".

All'iniziativa sul libro unico, organizzata dalla Fondazione studi del Consiglio nazionale dell'Ordine in collaborazione con il Centro Studi dell'Ancl (il sindacato unico di categoria), hanno partecipato, oltre a Calderone, Francesco Longobardi, segretario generale dell'Ancl, Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi, Diana Onder, coordinatore Centro Studi Ancl. Nel corso della mattinata, alcuni esperti sul palco (Bruno Bravi, Luca De Compadri, Dario Montanaro, Vincenzo Silvestri) moderati da Enzo De Fusco, hanno risposto alle domande della platea.

"La nuova normativa sul libro unico - ha detto nel suo intervento Francesco Longobardi - finalmente attiene alla semplificazione dell'amministrazione del rapporto di lavoro e tiene conto delle diffuse esigenze di minor burocrazia". "La strada è tracciata - ha confermato Enzo De Fusco - e ora bisogna percorrerla". Lo stesso De Fusco ha ricordato i presupposti che stanno alla base della nascita del libro unico, "individuati dal ministero - ha detto - e che sono ampiamente condivisi dai consulenti". C'era infatti l'esigenza di fare un salto in avanti nell'eliminazione del supporto cartaceo, "anche per evitare gestioni a 'correnti separate'", ha aggiunto De Fusco. Inoltre, il libro unico fotografa una realtà già esistente e, dunque, i consulenti hanno il compito di organizzare la sua applicazione con questo spirito. Occorre poi tenere presente il 'principio di equivalenza' sancito dalla norma: iscrivere un soggetto nel libro unico significa emettere un cedolino, una busta paga.

I dubbi espressi dai consulenti riguardano per lo più l'applicazione di quanto prescritto dalla circolare ministeriale n. 20 del 2008. "I soggetti obbligati al libro unico sono i datori di lavoro privati - ha spiegato Bruno Bravi - eccezion fatta per quelli del lavoro domestico. Vanno inseriti nel libro, dunque, tutti i lavoratori subordinati. La circolare però aggiunge anche i lavoratori in missione presso l'azienda nell'ambito di un contratto di somministrazione di lavoro. Una norma non chiara - ha concluso - in quanto quel rapporto di lavoro è da rimandare al contratto tra azienda utilizzatrice e azienda fornitrice di lavoro in somministrazione".       -          
 
Riferimenti (ALT+"D")
Data Pubblicazione sul portale: 27 Ottobre 2008
Fonte: LabItalia
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Lavoro e Formazione
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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