Fondi strutturali, siglata intesa

  Nuove regole per governare i rapporti tra ministero dello sviluppo economico e parti economiche e sociali per la programmazione unitaria dei nuovi fondi strutturali. L'idea è di garantire la trasparenza e il controllo delle politiche di sviluppo attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati: imprenditori, sindacati, associazioni ambientaliste del terzo settore.

Questo l'obiettivo di un protocollo d'intesa firmato al ministero dello sviluppo economico dal ministro Pierluigi Bersani, dai responsabili del dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione e da tutte le parti sociali rappresentate nel Cnel. Il protocollo, in linea con il regolamento comunitario sulle politiche regionali finanziate con fondi strutturali comunitari e risorse nazionali (Fondo per le aree sottoutilizzate), prevede una verifica periodica dello stato di attuazione del Quadro strategico nazionale 2007-2013 e dei relativi programmi; il monitoraggio delle azioni rivolte agli obiettivi di servizio (concentrate nei campi dell'istruzione, dei servizi di cura per l'infanzia e gli anziani, della gestione dei rifiuti urbani, del servizio idrico integrato); una verifica sullo stato di attuazione delle intese istituzionali di programma e degli accordi di programma quadro.

In sostanza, il protocollo stabilisce gli impegni reciproci a cui debbono attenersi da una parte il ministero e dall'altra le associazioni di rappresentanza degli interessi lungo tutto il processo di programmazione, attuazione e valutazione dei nuovi fondi strutturali. «L'obiettivo è quello di una maggiore responsabilizzazione dei soggetti che partecipano alla programmazione e una migliore qualità della spesa», spiega Antonino Cavallo, vicepresidente nazionale della CNA. «Non a caso lo stesso ministro Bersani ha recentemente lanciato l'allarme sulla modalità di utilizzo dei fondi comunitari e nazionali che, fino a ora, non hanno prodotto un reale sviluppo del Meridione», aggiunge. Gli indicatori economici del Sud, infatti, dal prodotto interno lordo al grado di indipendenza economica, dal livello di esportazione fino all'indice di dotazione infrastrutturale, non hanno registrato significativi aumenti. «Anzi, proprio nel periodo 2003-2008, anni in cui si è concentrata la spesa della precedente programmazione dei fondi strutturali», spiega Cavallo, «questi indicatori sono in molti casi addirittura peggiorati. Nella migliore delle ipotesi sono comunque rimasti identici».

Insomma, le scelte concrete fatte per impegnare risorse, secondo la CNA, non hanno sortito effetti positivi sulla competitività dei territori. «Nel frattempo però», fa notare Cavallo, «altri paesi europei hanno saputo cogliere l'opportunità delle risorse Ue e rimodernare il paese, basti pensare alla Spagna, ma non solo». Quello della programmazione 2007-2013 è dunque considerato unanimemente l'ultimo treno per rimettere in moto lo sviluppo del paese. Di qui l'impegno del ministero dello sviluppo economico per un utilizzo consapevole e responsabile delle risorse pubbliche. In quest'ottica si colloca il protocollo, sollecitato dal partenariato economico e sociale, che ha rimarcato la necessità di una partecipazione sostanziale in tutto il processo di programmazione, attuazione e valutazione nell'utilizzo dei fondi. «In più l'importante novità della nuova politica di coesione», continua Cavallo, «è l'impostazione unitaria della programmazione delle risorse comunitarie e nazionali finanziate con il Fondo aree sottoutilizzate». Si tratta complessivamente di circa 120 miliardi di euro, di cui circa 100 destinati al solo Mezzogiorno. Risorse che, secondo la CNA vanno assolutamente impegnate in modo produttivo per le reali necessità del territorio.       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 24 Aprile 2008
Fonte: CNA
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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