Crescita contenuta per le imprese nel 2006

  Bilancio positivo all'anagrafe delle imprese anche nel 2006. Seppure ad un ritmo più contenuto rispetto al 2005, lo scorso anno la base imprenditoriale italiana si è infatti accresciuta di 73.333 unità, portando lo stock delle imprese iscritte al Registro delle Imprese gestito dalle Camere di Commercio al valore di 6.125.514 unità. Sommando a questo dato il numero di unità locali (magazzini, depositi, laboratori, uffici amministrativi), il totale delle localizzazioni d'impresa arriva a 7.135.593 unità. Il saldo positivo del 2006 è dato dalla differenza fra le 423.571 nuove iscrizioni e le 350.238 cancellazioni verificatesi tra gennaio e dicembre. Ne è risultato un tasso di crescita pari all'1,21%, leggermente inferiore a quello dell'anno precedente (1,61%). "La vitalità del sistema imprenditoriale italiano - ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello - è la migliore garanzia per il benessere presente e futuro del Paese, ma va assecondata e favorita, soprattutto in questa fase di profondo cambiamento della struttura imprenditoriale. Dobbiamo al coraggio di chi fa impresa se il nostro Pil è tornato a crescere a ritmi più vicini a quelli degli altri competitor europei e, nell'ultima frazione del 2006, addirittura ad attestarsi nella parte alta del ranking. Il rallentamento nel ritmo di aumento delle imprese - ha detto il presidente di Unioncamere - è un effetto atteso del lungo ciclo negativo che ha interessato la nostra economia. Un ciclo che ha operato prima nel settore manifatturiero, selezionando e premiando le imprese più forti e competitive, quelle organizzate in filiera e quelle che hanno saputo puntare sulla qualità. Un ciclo che solo ora sta cominciando ad incidere sul settore dei servizi. Ci vorrà certamente ancora del tempo per valutare gli effetti delle iniziative di liberalizzazione lanciate in questi mesi. Quel che è certo è che la selezione non sta riducendo l'occupazione e sta invece favorendo un recupero della produttività complessiva". Il rallentamento della vivacità demografica non è stato determinato tanto dalle iscrizioni - risultate superiori per 2.280 unità a quelle del 2005 - quanto dalle cancellazioni, aumentate di 25.635 unità in più rispetto all'anno precedente. A livello territoriale, il Lazio è la regione che presenta la crescita più elevata (+2,41%), un valore doppio di quello medio nazionale (+1,21%), grazie soprattutto alla spinta di Roma che ha fatto registrare un aumento del numero di imprese del +2,89%. Ma la provincia che cresce di più è Prato (+3,49%). Solo cinque altre regioni, a parte il Lazio, fanno registrare un tasso di crescita superiore a quello nazionale: una al Nord (la Lombardia, +1,56%) e quattro nel Mezzogiorno: Campania (+1,34%), Sicilia (+1,39%), Sardegna (+1,46%) e Calabria (+1,78%). Tre i "motori" che hanno spinto la crescita delle imprese nel 2006: il buon andamento delle costruzioni (+28.358 imprese) e dei servizi alle imprese (+24.276 unità) che insieme determinano il 71,8% dell'intero saldo positivo; la forte dinamica delle società di capitali (+56.627 imprese, il 77,4% del saldo), la vivacità imprenditoriale degli extracomunitari (+25.184 nuove imprese individuali, pari al 34,3% del saldo complessivo). Sono questi i risultati di maggior rilievo che emergono dai dati diffusi ieri da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale sul movimento demografico delle imprese condotta da InfoCamere, la società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane (tutti i dati sono disponibili sul sito www.infocamere.it).       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 22 Febbraio 2007
Fonte: Unioncamere
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
Letto: 54 volte