Rapporto Ice: l'Italia nell'economia internazionale

Immagine associata al documento: Rapporto Ice: l'Italia nell'economia internazionale Rapporto Ice 2013-2014 'L'Italia nell'economia internazionale'. Nel 2013 aumentano le aziende esportatrici italiane. Si raggiunge così il record storico di 211.756 unità, 2.666 in più del 2012.
Il presidente dell'Ice, Riccardo Monti, si attende per il 2014 un aumento del surplus della bilancia commerciale ''che potrebbe sfiorare i 50 miliardi di euro'', dopo il valore record di 37 miliardi del 2013, il piu' alto da 17 anni.
L'avanzo commerciale, in parte dovuto alla debolezza dei consumi e quindi dell'import, ''è fondamentale per un Paese indebitato come il nostro''.
Sull'export mondiale la quota di mercato del made in Italy aumenta nel 2013 del 2,79% rispetto al +2,74% del 2012. Le sportazioni di servizi sono cresciute del 2,1% mentre le importazioni risultano stazionarie. Quasi quadruplicati, invece, i flussi di investimenti diretti all'estero rispetto al 2012.
Le regioni con il maggior numero di operatori all'export sono Lombardia (quasi 62 mila), Veneto (circa 29 mila), Emilia Romagna (circa 25 mila), Toscana (circa 20 mila) e Piemonte (quasi 19 mila).
Nel 2012, sono attive 192.405 imprese esportatrici: nel 45,5% dei casi si tratta di imprese manifatturiere (con un peso dell'82,3% sul valore complessivo delle esportazioni delle imprese), nel 40,4% sono imprese commerciali e nel 14,1% sono imprese che operano in altri settori.

Il contributo delle imprese esportatrici alle esportazioni nazionali cresce sensibilmente all'aumentare della dimensione d'impresa, espressa in termini di addetti. Le grandi imprese esportatrici (quasi duemila unità con almeno 250 addetti) hanno realizzato il 45,9% delle esportazioni nazionali, le medie imprese (50-249 addetti) il 28,4% e le piccole imprese (con meno di 50 addetti) il 25%. Aumenta anche il numero di micro-esportatori con un fatturato estero sotto i 75 mila euro, cresciuti di 17 mila unità dal 2004. Il loro peso sull'export totale e' tuttavia fermo allo 0,6%.
Germania e Francia si confermano nel 2013 i principali mercati di sbocco delle esportazioni nazionali, con quote pari, rispettivamente, al 12,4% e al 10,8%. Gli Stati Uniti si collocano al terzo posto tra i paesi partner, con una quota del 6,9%; seguono Svizzera e Regno Unito (rispettivamente 5,2% e 5%). Tra i principali paesi, i mercati di sbocco più dinamici (incremento della quota sulle esportazioni nazionali superiore a 0,2 punti percentuali rispetto al 2012) sono Belgio (+0,3 punti percentuali), Cina, Russia, Regno Unito e Iraq (con +0,2 punti percentuali ciascuno).

La quota dell'Italia sulle esportazioni mondiali è aumentata in alcune aree geografiche, in particolare nell'Ue28 (da 4,66 a 4,74%), in Africa settentrionale (da 7,52 a 9,02%), negli Altri paesi africani (da 1,85 a 1,94%), nel Medio Oriente (da 3,21 a 3,40%) e in Asia orientale (da 0,82 a 0,87%).

Per quanto riguarda i principali raggruppamenti di industrie, nel 2013 si registra una riduzione del deficit nell’interscambio di prodotti energetici (-54,4 miliardi); rispetto al 2012 aumenta l’avanzo nell’interscambio di beni di consumo (+4,5 miliardi per i beni di consumo non durevoli e +1,3 miliardi per quelli durevoli) e di beni strumentali (+4,6 miliardi).
Tra i gruppi di prodotti manifatturieri in cui l’Italia detiene nel 2013 le più elevate quote sulle esportazioni mondiali di merci si segnalano: materiali da costruzione in terracotta (21%); pietre tagliate, modellate e finite (14,5%); cuoio conciato e lavorato, articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria, pellicce preparate e tinte (13,9%); prodotti da forno e farinacei (13,6%); articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili (11,3%); cisterne, serbatoi, radiatori e contenitori in metallo (11,2%).
Sempre nel 2013, l’Italia ha conseguito incrementi della propria quota sulle esportazioni mondiali relativamente ad alcuni prodotti: bevande (da 8,51 a 8,85%), articoli in pelle escluso abbigliamento (calzature e cuoio conciato e lavorato) (da 10,97 a 11,27%), macchine e apparecchi (da 6,24 a 6,54%), prodotti chimici (da 2,48 a 2,53%), prodotti farmaceutici, chimico medicinali e botanici (da 4,14 a 4,68%).
Rapporto 2013 - 2014     -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 29 Luglio 2014
Fonte: Regioni.it - Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Politiche per lo Sviluppo
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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