Questa settimana la Commissione Europea ha pubblicato un piano per una maggiore partecipazione del settore privato alle attività di cooperazione allo sviluppo dell'UE nei paesi più poveri del mondo.
Il settore privato rappresenta già il 90% dei posti di lavoro nei paesi in via di sviluppo. Secondo l'UE, dovrebbe però essere possibile mobilitare più investimenti privati a favore delle aziende combinando opportunamente sovvenzioni e prestiti o anche ricorrendo a strumenti finanziari innovativi. Il piano d'azione in 12 punti comprende proposte per promuovere investimenti responsabili nei paesi partner:
Linee direttrici Gli obiettivi principali - occupazione, riduzione della povertà e crescita solidale - suggeriscono di seguire un approccio differenziato ai diversi tipi di imprese per tenere conto delle caratteristiche locali. Ad esempio, le start up richiedono un supporto diverso da quello per le multinazionali. L'UE sosterrà il settore privato solo se le imprese rispetteranno le norme ambientali, sociali e fiscali, compresi il rispetto dei diritti umani e delle popolazioni indigene e il buon governo societario. Sostegno mirato Particolare attenzione è rivolta alla promozione dei progetti del settore privato che intendono aiutare le donne, i giovani e i poveri. Due i punti saldi:
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