Unioncamere: la prima mappa del capitalismo pubblico locale

Immagine associata al documento: Unioncamere: la prima mappa del capitalismo pubblico locale Decisamente tante e poco efficienti, soprattutto nel Mezzogiorno, con un numero elevato di amministratori, un tasso di crescita dell'occupazione e del costo del lavoro notevole e una bassa produttività. Sono le oltre 4mila società partecipate da Comuni, Province, Regioni e Comunità montane, messe sotto osservazione dal Centro studi di Unioncamere attraverso l'analisi dei bilanci presentati alle Camere di commercio. La ricerca si concentra su un triennio particolarmente importante per l'evoluzione del settore dei servizi pubblici locali (al quale appartiene la quota più consistente delle società partecipate dagli enti locali), avviata nel corso degli anni Novanta e ancora parzialmente in itinere. Gli anni monitorati sono il 2003-2005, con un aggiornamento per alcuni aspetti a fine 2007.

"Il principale obiettivo di questo Rapporto è di mettere a disposizione del Paese un primo censimento sul sistema delle società degli enti locali, ben sapendo che da esso può dipendere in maniera decisiva la stessa capacità competitiva dei territori e delle imprese", ha evidenziato il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello.

"I dati raccolti dallo studio mettono bene in evidenza come sia urgente superare la frammentazione delle società partecipate da enti locali. Soprattutto per i servizi di rete, infatti, la dimensione comunale o provinciale è spesso insufficiente per consentire gli investimenti necessari e raggiungere soglie significative di produttività. Il Rapporto mostra, inoltre, sia per local utility che per le infrastrutture partecipate dagli enti locali, forti divari tra le Regioni del Centro-Nord e quelle del Mezzogiorno sotto il profilo dell'efficienza. In un periodo in cui si riaffaccia pericolosamente il rischio dell'inflazione, peraltro, particolare attenzione merita pure il tema delle tariffe locali, per le quali l'incremento nel decennio 1996-2006 ha toccato il 40%, senza che ne conseguisse, spesso, un altrettanto significativo miglioramento dei servizi resi a cittadini e imprese. Infine, la nostra analisi suggerisce una riflessione sui temi della regolazione e trasparenza: sembra infatti quanto mai opportuno completare il disegno di riforma del settore favorendo l'apertura del mercato ed impegnare, nel contempo, tutti gli enti locali a presentare periodicamente ai cittadini e alle imprese qualcosa che assomigli ad un bilancio consolidato delle società da essi controllate".       -          
 
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Data Pubblicazione sul portale: 29 Gennaio 2008
Fonte: Unioncamere
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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