Il mercato e la crisi richiedono, o quasi impongono, un sostegno massiccio della piccola e media impresa in favore dell'export e quindi diventa necessaria l'individuazione di professionalità che prendano per mano le aziende e le accompagnino ad esplorare il business oltre i confini italiani. La figura dell'export manager, ancora difficile da inquadrare, è di certo il valore aggiunto per compiere il salto di qualità immergendosi nei mercati esteri da cui la domanda per il prodotto italiano, in particolare sull'agroalimentare, diventa pressante offrendo grandi prospettive di guadagno, sfondare in Europa e nel mondo è l'antidoto al male della crisi e molti imprenditori cercano di intraprendere la strada dell'internazionalizzazione. Secondi i dati ISTAT, infatti un'azienda su cinque dichiara di non riuscire ad andare all'estero proprio perché le mancano i manager capaci di farlo. Il ruolo dell'export manager, soprattutto in questa fase diviene primaria se si considera che il governo studia l'ipotesi di un "credito d'imposta del 35% in tre anni per le P.m.i che ne assumono uno": prevedere uno stipendio per la nuova figura professionale per le ditte è prioritario per cacciare alle spalle l'incubo della crisi. Per questo la Regione Puglia attraverso l'avviso pubblico, mette a disposizione dei fondi per finanziare progetti di promozione internazionale a condizione che sia prevista "la presenza della figura del "project manager", ovvero di una figura esperta in processi di internazionalizzazione, con un minimo di 5 anni di esperienza.[...]

Da "L'Attacco" del 3 febbraio 2014 (pag. X)

Leggi l'Articolo       - [Scarica  .pdf  - 194 Kb][Apri   .pdf ]