Dati personali, la moneta dell'era digitale: la Commissaria Reding propone un patto per tutelarli

Immagine associata al documento: Dati personali, la moneta dell'era digitale: la Commissaria Reding propone un patto per tutelarli Nei due anni trascorsi da quando la Commissione europea ha proposto una riforma radicale delle norme dell'UE sulla protezione dei dati per adattarle al XXI secolo abbiamo compiuto notevoli progressi.
Nell'ottobre 2013 la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza a favore delle proposte della Commissione. Nel frattempo, le proposte sono state discusse a più riprese dal Consiglio "Giustizia e affari interni", senza però che fosse approvato un mandato per l'avvio dei negoziati con il Parlamento.
In un discorso pronunciato oggi al Centro per gli studi politici europei (CEPS), nella data che segna la Giornata europea della protezione dei dati personali, la vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia, ha esortato a stabilire un "Patto di protezione dei dati personali per l'Europa". Gli esperti della Commissione europea risponderanno alle domande sulla protezione dei dati personali in una chat in diretta su Twitter aperta dalle ore 12.00 alle 13.30 CET, cui ci si può collegare con gli hashtag #EUdataP e #EUchat.

"Sulla protezione dei dati personali è ora necessario maggior rigore: il Parlamento europeo lo ha capito e, infatti, la commissione LIBE ha votato in ottobre a favore di un regolamento forte che prevede sanzioni credibili per assicurare il rispetto delle norme europee. La settimana scorsa le tre istituzioni (Commissione europea, i due relatori del Parlamento europeo e la presidenza greca dell'UE insieme alla prossima presidenza italiana) hanno concordato ad Atene una tabella di marcia che dovrebbe permettere l'adozione della riforma sulla protezione dei dati personali entro quest'anno: se si tiene conto del fatto che i negoziati sulla direttiva del 1995 erano durati cinque anni, si tratta indubbiamente di un successo. I tempi sono altresì in linea con le conclusioni espresse dai capi di Stato o di governo nel Consiglio europeo di ottobre, quando hanno concordato che il regolamento sulla protezione dei dati personali avrebbe dovuto vigere in tutti gli Stati membri entro il 2015", così ha commentato la rapidità dei negoziati la Vicepresidente nel suo discorso.

Ha quindi aggiunto: "Se vuole godere di credibilità negli sforzi per ricostruire la fiducia, se vuole essere un esempio per gli altri continenti, l'UE deve cominciare col fare ordine a casa propria.

Secondo la Vicepresidente Reding, la soluzione giusta per ristabilire la fiducia, nelle relazioni transatlantiche così come nel modo in cui imprese e governi gestiscono i dati dei cittadini, consiste in un Patto di protezione dei dati personali per l'Europa, basato su otto principi:
  • 1. "La riforma della protezione dei dati personali deve essere integrata nella legge. Nel 2014 vorrei che si lavorasse a pieno ritmo sulla protezione dei dati."
  • 2. "La riforma non dovrebbe operare distinzioni fra settore privato e settore pubblico: i cittadini non si spiegherebbero una tempistica diversa in un'epoca in cui il settore pubblico raccoglie, riunisce e talvolta addirittura vende dati personali. Risulta altresì molto difficile tracciare la linea di demarcazione in un'epoca in cui gli enti locali possono comprare spazi di memoria sulle nuvole informatiche private."
  • 3. "Occorre sottoporre a discussione pubblica le leggi che disciplinano la protezione dei dati personali o che incidono sulla tutela della vita privata, perché sono in gioco le libertà civili nell'ambiente in linea."
  • 4. "I dati dovrebbero essere raccolti in modo mirato e limitatamente a quanto proporzionato per il conseguimento delle finalità previste. La sorveglianza totale e indiscriminata dei dati delle comunicazioni elettroniche è inaccettabile."
  • 5. "Le leggi devono essere chiare e sempre aggiornate. Uno Stato non può basarsi su norme obsolete, redatte in una diversa era tecnologica, per inquadrare programmi di sorveglianza moderni."
  • 6. "La sicurezza nazionale non è una motivazione che si possa addurre ad ogni piè sospinto. Dovrebbe essere l'eccezione, non la regola."
  • 7. "Non vi può essere controllo effettivo senza un ruolo dell'autorità giudiziaria. Il controllo dell'esecutivo è utile. Il controllo del parlamento è necessario. Il controllo della magistratura è fondamentale."
  • 8. "Agli amici americani diciamo: le norme sulla protezione dei dati personali dovrebbero applicarsi quale che sia la cittadinanza dell'interessato. Dato il carattere aperto di internet, non ha senso applicare ai cittadini degli altri paesi criteri diversi rispetto ai propri cittadini".
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Data Pubblicazione sul portale: 28 Gennaio 2014
Fonte: Commissione Europea
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Sportello Europa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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