Le PMI innescano la ripresa economica

Immagine associata al documento: Le PMI innescano la ripresa economica Segnali incoraggianti dall'Unione Europea per una ripresa che potrebbe essere dietro l'angolo. L'ultimo rapporto della Commissione sullo stato delle Pmi certifica una netta inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti con aumenti di produttività ed occupazione. Un miglioramento registrato nel corso del 2013 in tutto il continente che coinvolge però solo marginalmente l'Italia le cui performance sono ancora al di sotto della media europea. La strada della ripresa dovrà però essere imboccata con decisione fornendo a imprese e lavoratori gli strumenti idonei per essere competitivi sul mercato e per permettere il raggiungimento degli obiettivi Europa 2020.

Secondo un nuovo rapporto di Eurofound, le compagnie europee hanno difficoltà a trovare manodopera qualificata mentre buoni progressi si stanno registrando sul terreno del dialogo sociale e della partecipazione.

Le Pmi hanno ripreso dunque a creare posti di lavoro e valore aggiunto nell'arco del 2013. È questa la buona notizia che si evince dal Rapporto annuale della Commissione Europea sulle Pmi, che prevede, per la prima volta dal 2008, un aumento combinato dell'occupazione totale, più 0,3%, e del valore aggiunto, con un più 1%. Secondo la Commissione si tratta di un notevole esempio di resilienza da parte di imprese di questa dimensione considerando che non più tardi del 2012 il saldo occupazionale era stato negativo con una perdita di 610 mila posti di lavoro e con un calo dell'occupazione dello 0,7% rispetto all'anno precedente. Una condizione di difficoltà che ha avuto ripercussioni sulla produttività e sulla generazione di ricchezza con una diminuzione del 1,3% del contributo delle Pmi al Pil, da 3440 miliardi di euro nel 2011 a 3390 miliardi di euro nel 2012.

L'inversione di tendenza è dunque estremamente positiva anche se non tutti gli Stati membri possono vantare gli stessi risultati. In particolare negli Stati più deboli e con debiti pubblici ancora molto elevati, si è registrato un calo della perdita di posti di lavoro piuttosto che la creazione di nuove posizioni. Anche la crisi del mercato dei consumi interni, punto di riferimento principale delle attività delle Pmi, ha influito sulle cattive performance. È il caso dell'Italia dove nel 2012 erano attive più di 3,69 milioni di Pmi, con dodici milioni di impiegati e con un valore aggiunto di 422 miliardi di euro. Le Pmi italiane sono la vera spina dorsale del nostro sistema produttivo rappresentando il 99,9% del totale delle imprese, il 68% del valore aggiunto, l'80% dell'occupazione nel settore privato. La crisi, si sottolinea nel rapporto della Commissione, ha però colpito duramente le imprese le cui performance rimangono al di sotto della media europea. La Commissione raccomanda, da questo punto di vista, l'adozione delle misure disegnate dal governo per rendere più competitive le Pmi anche se, aggiunge, il clima di incertezza politica rappresenta un rischio per la ripresa.

Anche a livello europeo la questione della competitività rimane centrale. Fra gli elementi utili a migliorare gli standard produttivi europei c'è senz'altro quello della formazione professionale. Secondo un nuovo sondaggio condotto dalla Gallup per Eurofound, ben il 40% delle imprese europee ha difficoltà a trovare personale con le necessarie competenze ma non per questo ha rinunciato all'innovazione. Secondo Eurofound, oltre il 30% delle aziende ha investito in innovazione traendone degli immediati benefici in termini di competitività. Anche la maggiore partecipazione dei lavoratori, documenta lo studio, ha effetti positivi sulla performance e sulla resilienza delle aziende. Il miglioramento dei meccanismi di dialogo sociale e un'innovativa organizzazione del lavoro rappresentano, infine, elementi di novità rilevanti nell'organizzazione delle imprese europee: in quasi il 90% delle aziende sono presenti sistemi di rappresentanza dei lavoratori, in circa il 70% gli impiegati sono informati e consultati sulle strategie manageriali e nel 60% dei casi i dipendenti sono coinvolti direttamente nei processi decisionali.

Le Pmi rappresentano il vero motore della ripresa europea anche secondo il direttore generale dell'ILO, Guy Ryder. Nella sua recente visita istituzionale in Italia, Ryder ha discusso con i leader italiani le misure relative al credito e quelle relative alla riduzione del divario esistente fra formazione e mondo del lavoro. Nel mese di ottobre l'ILO ha inoltre siglato un accordo con Svizzera e Norvegia per sostenere le Pmi nell'ambito del programma SCORE (Sustaining Competitive and Responsible Enterprise) che mira a migliorare la produttività delle imprese e le condizioni di lavoro dei dipendenti.     -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 28 Novembre 2013
Fonte: Il Portale del Lavoro Dignitoso
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Politiche e Mercato del Lavoro, Sportello Europa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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