In un momento in cui la crisi economica allarga la platea dei nuovi poveri, ammontano complessivamente a 129 milioni di euro le risorse che la Regione Puglia mette a disposizione dei Comuni pugliesi per far fronte alle esigenze di famiglie, anziani, bambini e ragazzi, persone più fragili e a rischio di esclusione, con il nuovo "Piano regionale delle Politiche sociali 2013-2015". A illustrarne i contenuti, questa mattina in Fiera, sono stati il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (ne riferiamo a parte) e l'assessore regionale al Welfare, Elena Gentile.

"La crisi che morde il Paese - ha detto Gentile - ha reso ancora più vulnerabili i soggetti che erano già ai margini della società. Inoltre, il feroce taglio al Fondo per le politiche sociali voluto dai governi nazionali che si sono alternati in questi anni, ha reso ancora più esigue le risorse di Regioni e Comuni". "Altri tagli insopportabili - ha aggiunto l'assessore - hanno colpito i fondi per il contrasto alla violenza sulle donne e i bambini, ma anche alle risorse per le politiche di sostegno all'accoglienza degli immigrati. Queste scelte sono arrivate in un momento in cui il welfare della Puglia stava decollando, grazie a una cavalcata straordinaria di politiche sociali che abbandonavano l'idea dell'assistenzialismo lasciando il posto a servizi di alto profilo, con una idea di cura in grado anche di generare nuova occupazione". "Anche oggi - ha proseguito - voglio ricordare la dottoressa Paola Labriola", uccisa da un tossicodipendente in un Centro di salute mentale, a Bari, "perché vittima di un impatto insostenibile di una crisi che si è rovesciata sui servizi di frontiera".

Con una dotazione di 36 milioni di risorse ordinarie e 93,5 milioni di fondi aggiuntivi a valere sulla programmazione nazionale e comunitaria, la Regione Puglia darà ora nuovo slancio alla costruzione di comunità solidali, contesti urbani connotati da un migliore tessuto sociale e da una migliore qualità della vita. L'obiettivo del terzo Piano regionale delle Politiche sociali, infatti, è il consolidamento di un sistema di servizi sociali e sociosanitari. Un consolidamento che passa anche attraverso un maggior grado di omogeneità tra i diversi Comuni riuniti in Ambiti territoriali, ponendo concretamente anche il tema della discriminazione tra cittadini, rispetto alle effettive opportunità di accesso a una rete integrata di interventi e servizi.

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