Ortofrutta di Catania e del Barese (più 43%) quelli con i maggiori rialzi
Solo 5 tra i 25 tradizionali in calo. E quelli tecnologici crescono dal 2010

Solo 5 distretti tradizionali con il segno meno su complessivi 25. E 3 sui 5 distretti tecnologici. Questa volta il bicchiere, per il Mezzogiorno, è più mezzo pieno che mezzo vuoto. A evidenziarlo è il Monitor dei Distretti del Mezzogiorno realizzato da Intesa San Paolo relativo al primo trimestre del 2013. Dai dati emerge un rinnovato slancio dopo un 2012 che ha visto alternarsi flessioni e rallentamenti. Nel periodo gennaio-marzo la variazione tendenziale (quindi rispetto all'ultimo trimestre del 2012) evidenziata dai venticinque distretti del Mezzogiorno è dell'8,4%, a fronte di un più modesto più 2,2% evidenziato dai distretti a livello nazionale (più 6,2% al Centro, più 2,2% al Nord-Est e meno 1.5% al Nord Ovest). Il livello delle esportazioni raggiunge così gli 1,3 miliardi di euro, valore vicino ai massimi del dopo crisi. Al di là dei valori complessivi — seppur molto positivi: Campania ( più 12,3%), Puglia (più 11,1%) e Sicilia (più 22,7%) — è interessante analizzare l'andamento dei singoli distretti.

Il boom alimentare
La specializzazione produttiva nel settore agro-alimentare e nel sistema moda di queste regioni ha influenzato positivamente la dinamica delle esportazioni, considerala la congiuntura ora positiva per queste due filiere anche su scala nazionale. E cosi l'ortofrutta di Catania (più 43,1%) e quella del Barese (più 42,8%) sono risultati i due distretti a maggior crescita tra i 25 meridionali tradizionali: l'eccezione risulta essere l'ortofrutta del Foggiano che ha evidenziato un nuovo calo del 18,9% e questo è un punto sul quale le organizzazioni di Capitanata dovranno interrogarsi. Anche perché risonano positivi tutti gli altri distretti legati all'agroalimentare: dalle conserve di Nocera (più 17,2%) a quello di caffè e pasta napoletana (più 20,9%), dall'olio e pasta del Barese ( più 22,6%) alla mozzarella di bufala campana (più 8%), passando per i vini e liquori della Sicilia occidentale al pomodoro di Pachino (per entrambi più 16%). Le conserve di Nocera hanno beneficiato della tendenza ancora al rialzo, nel trimestre consideralo, dei prezzi di vendita, con esportazioni in crescita tendenziale a doppia cifra in tutti i principali mercati di riferimento (Regno Unito, Germania e Stati Uniti). L'ortofrutta del barese, invece, ha raggiunto buoni risultati sul mercato francese (più 26%) e svizzero ( più 24.9%) a fronte di vendite in calo verso Germania e Polonia, principali mercati di riferimento del distretto. La performance positiva dei due distretti siciliani — ortofrutta di Catania e pomodoro Pachino — è invece legata alla crescita delle esportazioni nei principali sbocchi commerciali (Francia, Germania e Svizzera per il primo, Germania, Austria e Regno Unito per il secondo).

Sistema moda altalenante
Oltre all'ortofrutta del Foggiano, gli altri segni negativi dei distretti tradizionali arrivano dal sistema moda: al crollo del distretto dell'abbigliamento sud abruzzese (meno 53,7%) — che registra flessioni pesanti su tutti i principali mercati di riferimento (Russia. Germania, Francia e Regno Unito in primís), ad eccezione degli Stati Uniti — si sono accodati due distretti del sistema moda pugliese, quello della calzetteria e abbigliamento del Salendo (meno 7,8%) quello delle Calzature di Casarano che ha più che dimezzato le esportazioni I. meno 53,2%). Calo più conteuto per l'abbigliamento del Napoletano (meno 3,2%) e rialzo, al contrario. per le calzature napoletane (più 16,5%) e quelle del Nord Barese (più 10,5%) e per l'abbigliamento del Barese (più 2,4%).[…]

Da "Mezzogiorno Economia" dell'8 luglio 2013 (pag. IV)

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