Il made in Italy cresce sui mercati e il business vola a dieci miliardi

Immagine associata al documento: Il made in Italy cresce sui mercati e il business vola a dieci miliardi Milano Settima nel mondo e quarta in Europa, l'industria aeronautica e aerospaziale italiana costituisce uno dei pochi settori veramente "hi-tech" nel nostro Paese, con un fatturato annuo di circa 10 miliardi di euro e con oltre 50mila dipendenti. La sola aeronautica contribuisce mediamente nella misura dell'8-10% al saldo attivo della bilancia commerciale nazionale e per più del 2% all'export. Tuttavia, pur essendo significativa nel panorama industriale italiano, la dimensione del settore, esclusi i giganti del calibro di Finmeccanica e Avio, è relativamente piccola se confrontata con i grandi attori europei e nordamericani. Infatti, oltre l'80% delle aziende del comparto sono Pmi e sono concentrate principalmente in 5 poli (Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Puglia), che da soli rappresentano il 90% delle produzioni e degli addetti dell'intera filiera. Molte di esse presidiano aree ad alta specializzazione quali i motori ed i relativi sotto-sistemi, l'avionica, i sistemi di traffico aereo, la difesa. Sono aziende all'avanguardia nelle innovazioni di prodotto e di processo produttivo. Ma soprattutto sono realtà che hanno creato e mantengono livelli occupazionali con specifiche competenze nel campo della meccanica, della meccatronica, dell'elettronica ad elevata tecnologia, del design e dell'architettura. In sostanza, quello che gravita intorno all'aeronautica è un tessuto imprenditoriale che rappresenta un patrimonio unico di conoscenze per il nostro Paese.

«Fino ad oggi, la maggior parte delle Pmi hanno avuto come unico committente Finmeccanica, e non si sono mai internazionalizzate», spiega Igino Maria Coggi, direttore di Avio Italia ed esperto del settore. «È qui che nascono i problemi: perché queste imprese lavorano esclusivamente per il mercato domestico, nonostante abbiano tutte le carte in regola per essere competitive anche all'estero. Ma non lo sono perché è il sistema-Paese che non le aiuta. Le principali criticità sono: l'eccessiva fiscalità, la difficoltà di accesso al credito, la carenza di investimenti in ricerca e sviluppo, la totale assenza di garanzie sull'export, parlo di assicurazioni mirate». [...]

Da "La Repubblica.it" del 27 maggio 2013

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Data Pubblicazione sul portale: 28 Maggio 2013
Fonte: La Repubblica.it
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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