C'è ancora chi parla di Puglie, forse per le tante differenze che caratterizzano le varie realtà della regione, ma il termine corretto, come si legge anche nella Costituzione è Puglia.
Di sicuro non è il Mezzogiorno dell'arretratezza e del sottosviluppo che troppo genericamente e con troppa faciloneria talvolta si descrive. Certo le contraddizioni sono notevoli, aziende leader nell'Itc e un caporalato che ancora imperversa in alcune campagne, grandi imprese, talune nella tempesta dell'arduo equilibrio tra ambiente, salute e lavoro ma anche una rete di piccole medie aziende che nonostante difficoltà inenarrabili continuano a reggere e, talvolta, anche a crescere.
Alcuni settori del manifatturiero (automotive, aerospaziale) trainano l'export: nonostante la crisi, l'occupazione non è al tracollo come in altre realtà sebbene preoccupi, e non poco, il crescente ricorso alla cassa integrazione.
Ormai da mesi sembra che la crisi sia sul punto di essere superata, ma l'inversione di tendenza, la fine del tunnel, ogni volta si allontana ancora, come una corsa che non ha mai fine e che mette a dura prova la fiducia e la speranza nel futuro.
Quotidianamente per le famiglie, ma che anche per le imprese, si tratta di fare i conti con il calo dei consumi, con la pressione fiscale, con le difficoltà di accesso al credito, con una pubblica amministrazione non sempre efficiente. Le banche, alle prese con i severi dettami di Basilea 3 e con una crisi che certo non le risparmia, vorrebbero magari fare di più ma certo non possono «dare» soldi senza tutte le garanzie necessarie per ogni buon investimento e, poi, secondo l'Abi, la contrazione del credito in Puglia è stata inferiore al resto del Mezzogiorno. Insomma nonostante le vicende di queste settimane, le preoccupazioni per il futuro, le difficoltà per il lavoro, in Puglia, e anche i dati congiunturali in qualche modo lo confermano, non si respira un clima di rassegnazione ma quel dinamismo, che un tempo ha fatto anche vagheggiare paragoni eccessivamente ottimistici con la California, sembra reggere ancora. A conferma di una anomalia in positivo che è nella storia di questa regione parzialmente marginale solo geograficamente e che vuole ancora essere protagonista della ripresa in Italia e anche in Europa.

Da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 30 novembre 2012 (pag. XIX)

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