Ilva incrementa le centraline

Immagine associata al documento: Ilva incrementa le centraline Passano da quattro a sei le nuove centraline per il monitoraggio dell'aria all'esterno del siderurgico. In un incontro con i vertici dell'Agenzia regionale per la protezione per l'ambiente (Arpa), l'Ilva ha deciso di aumentare gli impianti rispetto a quanto concordato con la Regione nel tavolo tecnico del 6 agosto.
Quattro centraline saranno installate ai quattro punti cardinali dello stabilimento mentre altre due saranno posizionate lungo la direttrice che dall'area delle cokerie va verso il quartiere Tamburi, «in modo che - sottolinea Giorgio Assennato, direttore generale dell'Arpa Puglia - lungo questa linea ci siano in tutto quattro centraline: le due concordate, più quella del punto cardinale, più quella di via Macchiavelli, consentendo così un monitoraggio più efficace». Assennato si dichiara «soddisfatto» per l'accordo raggiunto e annuncia che le centraline saranno installate a breve: «I tempi tecnici necessari». Le nuove centraline controlleranno diversi inquinanti: Pm 10, benzoapirene, metalli.

Ridurre l'inquinamento, venendo incontro alle richieste della Procura, ma anche potenziare i monitoraggi: Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, ha detto che questa è la priorità, tant'è che nei giorni scorsi con i custodi giudiziali nominati dalla Magistratura ha raggiunto un accordo per la videosorveglianza con la quale si terrà sott'osservazione h24 quello che accade nelle sei aree sotto sequestro.
E ieri è finito il primo step di lavoro della commissione tecnica che, a fine settembre, definirà la nuova Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva. I tecnici torneranno a Taranto il 3 settembre per esaminare altre aree del siderurgico. «Il lavoro va avanti a tappe forzate - rileva Assennato - C'è da fare un grande lavoro ma sono fiducioso. Si sa come intervenire ma serve la buona volontà e l'impegno di tutti».

Assennato ha quindi ribadito la proposta dell'Arpa sui parchi minerali: vanno coperti per bloccare le polveri che inondano i Tamburi. «L'Ilva ci dice che non è possibile coprirli per ragioni tecniche e perchè hanno un'estensione di 75 ettari? Se questo verrà dimostrato, vedremo. Allora bisognerà trovare altre soluzioni a partire dall'abbassamento del 20 per cento dei cumuli di materie prime».

Da "Il Sole24ore.com" del 31 agosto 2012

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Data Pubblicazione sul portale: 31 Agosto 2012
Fonte: Il Sole 24ore.com
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Redazione: Redazione Sistema Puglia
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