Tra gli operai monta la protesta stamattina altre due ore di stop

Immagine associata al documento: Tra gli operai monta la protesta stamattina altre due ore di stop L'Ilva si ferma, dalle 8 alle 10 di stamattina. Non è uno sciopero, ma la "assemblea retribuita" organizzata da Fiom, Fim Cisl e Uilm. Quasi dodicimila lavoratori come venerdì dalla settimana passata, si ritroveranno molto probabilmente alla portineria D dello stabilimento trasformata in un'arena pacifica per guardarsi in faccia e decidere il da farsi. Questo dopo che ieri mattina i quattro custodi giudiziari si erano materializzati all'interno dell'azienda per eseguire il sequestro dell'area cosiddetta "a caldo" ordinato giovedì 26 dal gip Todisco.

Nel mirino ci sono sei impianti: acciaieria, cokeria, agglomerati, parchi minerari, altiforni, Grf (gestione rottami ferrosi). Le procedure di chiusura, non saranno brevi e dovranno essere portate avanti osservando "le prescrizioni a tutela della sicurezza e dell'incolumità pubblica" nonché della "integrità" degli stessi impianti.
"Non siamo stati colti di sorpresa " spiega il presidente di Ilva, Bruno Ferrante, che ribadisce: "Non abbiamo nulla da nascondere e siamo sempre disponibili a ragionare". Nel frattempo salta il faccia a faccia dell'ex prefetto di Milano col procuratore generale di Lecce, Giuseppe Vignola.

È forte il timore che da un momento all'altro, gli operai - sono cinquemila quelli impegnati lungo la "frontiera del caldo" - possano rimanere con le braccia incrociate. Ecco perché il raduno sindacale di oggi, diventa perfino l'occasione per allentare la tensione. E per ribadire, come aveva fatto notare non più tardi di quattro giorni fa il responsabile nazionale di Fiom Maurizio Landini, che "bloccare non permette di risanare". La verità, dice il numero uno tarantino della stessa Fiom, Donato Stefanelli "è che Ilva devi farci sapere prima di subito quali interventi prevede per uscire da questo tunnel, apparentemente senza uscita. Non è che l'inquinamento se lo è inventato qualcuno, e tanto meno i magistrati".

Stefanelli, così come Daniela Fumarola della Cisl, vuole innanzi tutto esorcizzare il sospetto secondo cui i dipendenti del siderurgico ogni volta che aprono bocca, lo fanno per rovesciare improperi sulle spalle di pubblici ministeri e giudice. Gli autori, gli uni e l'altro, non solo del sequestro, ma degli otto provvedimenti di custodia cautelare ai domiciliari per il patron di Ilva Emilio Riva, suo figlio Nicola e sei dirigenti.

Una precisazione, questa, giudicata "necessaria" quando mancano quarantotto ore allo sciopero generale di giovedì 2 agosto, ad una settimana esatta dalle manette e dal commissariamento della fabbrica. Uno sciopero a cui parteciperanno, sulla base del pronostico della Uilm, "le famiglie di quindicimila addetti, tra diretti e dell'indotto ". Ci saranno Landini, Rocco Palombella e Giuseppe Farina, le teste di serie di Fiom, Uilm e Fim Cisl. Sbarcheranno da Roma pure i segretari di Cigl, Cisl e Uil: Camusso, Bonanni e Angeletti. Saranno formati due cortei: uno partirà dal ponte di Pietra, l'altro dall'Arsenale. L'appuntamento, per tutti, è a piazza della Vittoria, dove andranno in scena i comizi dei leader sindacali.
"Vogliamo difendere la salute e il lavoro".

Da "La Repubblica Bari.it" del 31 luglio 2012

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Data Pubblicazione sul portale: 31 Luglio 2012
Fonte: La Repubblica Bari.it
Aree Tematiche: Rassegna Stampa, Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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