Il comparto aerospaziale riunisce 42 imprese e 5 enti di ricerca pugliesi.
Tecnologia allo stato puro; un salto nel futuro che consente al settore di reggere meglio l'impatto della crisi e prepararsi per il rilancio. L'aerospazio targato Puglia c'è e, grazie all'influenza benefica delle grandi multinazionali insediate nell'area, punta alla crescita. Tanto che, per affinare le politiche di filiera, è stato costituito il «Distretto aerospaziale pugliese» che riunisce 42 tra grandi imprese, piccole e medie, 5 enti di ricerca pubblici e privati e 10 tra istituzioni e associazioni. L'obiettivo? Potenziare l'offerta di servizi da parte delle piccole e medie imprese locali e rafforzare le produzioni aeronautiche attivando le leve della formazione (per valorizzare il capitale umano) e della dotazione scientifica. Il tutto sfruttando la cooperazione, perché senza mercato mondiale non ha senso parlare di sviluppo produttivo in un comparto così condizionato dai grandi buyer.
Il Distretto, che ha riconosciuto il riconoscimento definitivo da parte della Giunta regionale l'11 gennaio 2010, mette in rete i principali attori della filiera. Tra le grandi aziende figurano Alenia Aermacchi (stabilimenti a Foggia e Grottaglie), Agusta Westland (Brindisi), Salver e Dema (Brindisi).
Dal punto di vista delle specializzazioni, gran parte dello sviluppo del settore è legato ai materiali compositi. Il progetto principale è quello del Boeing 787 «Dreamliner» che costituisce un tipo di aeromobile assolutamente diverso da quelli conosciuti sotto vari profili: concezione, progettazione, industrializzazione, realizzazione, impiego in attività, manutenzione. Il 787 è un gioiello della tecnologia che è destinato a essere prodotto per almeno 30 anni anche nello stabilimenti di Grottaglie (vengono fabbricate le due sezioni di fusoliera più importanti del velivolo). [...]

Da "Corriere del Mezzogiorno" del 28 maggio 2012 (pag. 3)

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