Spesa pubblica: pubblicato il Rapporto redatto dal ministro per i Rapporti con il Parlamento

Immagine associata al documento: Spesa pubblica: pubblicato il Rapporto redatto dal ministro per i Rapporti con il Parlamento "Spending review" è ormai uno degli anglicismi più in voga nei tavoli di confronto che stanno valutando - ai diversi livelli - le necessità legate and un'improcrastinabile razionalizzazione della spesa pubblica. Sotto questo profilo gli sforzi iniziali si concentrano su una lettura omogenea e coerente dei dati disponibili. In questo contesto si inquadra anche il rapporto redatto dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda dove c'è una descrizione della spesa, una classificazione di ciò che deve essere considerato "spreco".
"La revisione della spesa ha due obiettivi. Il primo - spiega il ministro Giarda - è quello di restituire al settore privato attività e interventi che non hanno più ragione di essere pubblici. Il secondo è di garantire efficienza nella parte che rimane al settore pubblico con lo scopo di concentrare l'azione su chi ne ha bisogno".

Il rapporto - secondo quanto spiegato anche dal "Il Sole 24 ore Sanità" - è stato elaborato da Giarda nel suo incarico alla guida della commissione costituita nel precedente governo dal ministro dell'economia, Giulio Tremonti, nell'ambito dei lavori preparatori per la delega fiscale e assistenziale. Punto di partenza è l'analisi macroeconomica sull'evoluzione della spesa pubblica negli ultimi sessanta anni, dal 1951 al 2010. Il lavoro prende le mosse da alcuni indicatori che Giarda fissò in una sorta di decalogo già nel Luglio 2011.
In questo periodo l'esborso per pensioni è passato dal 9,4% sul totale della spesa pubblica, al 30,2% ma allo stesso tempo è diminuito quello per assistenza e trasferimenti alle famiglie (dal 12,2% all'8,8%). In calo anche i contributi alla produzione, dal 3,6% all'1,9% con un picco al 6,4% nel 1980. Ciò che è andato costantemente diminuendo è la spesa per investimenti, dal 15,4% al 6,8%. La spesa complessiva per consumi collettivi dal 1980 ad oggi è rimasta sostanzialmente invariata (circa il 41%) ma al suo interno è cresciuta quella per la sanità, dal 29,7% al 33,8%, e si è ristretta la spesa per istruzione, dal 25,7% al 20%.

Classificando ''sprechi'' e ''inefficienze'' il rapporto sottolinea che ''nella gestione della spesa pubblica il canone guida dovrebbe essere quello dell'efficienza economica. In particolare la Sanità - scrive il Sole 24 ore Sanità - è compresa tra gli "sprechi di Tipo 2": acquisto di fattori produttivi pagando prezzi superiori al prezzo di mercato o all'effettivo valore. A titolo di esempio, il rapporto cita il caso, più volte riscontrato nell'acquisto di farmaci, che diverse aziende sanitarie pagano prezzi diversi per lo stesso prodotto".

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Sito di riferimento: http://www.governo.it/rapportiparlamento/
Data Pubblicazione sul portale: 25 Gennaio 2012
Fonte: Regioni.it - Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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