Quando l'economia diventa "verde"

Immagine associata al documento: Quando l'economia diventa "verde" Fra pochi giorni si terrà a Durban la diciassettesima Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP17) e i rappresentanti di governo, Organizzazioni Internazionali e membri della società civile discuteranno dei passi da compiere per portare avanti gli obiettivi del Protocollo di Kyoto e degli Accordi siglati l'anno scorso a Cancun.
Negli ultimi anni, sia nel dibattito internazionale che nel mondo delle imprese, si sta facendo strada un nuovo senso di responsabilità nei confronti dell'ambiente e delle risorse naturali, tanto che sempre più spesso si parla di green economy, la cosiddetta "economia verde", per indicare un nuovo modello economico ¡°in grado di garantire crescita e sviluppo e, nel contempo, apportare benessere a un maggior numero di persone, offrire posti di lavoro dignitosi, ridurre le disuguaglianze, fare fronte alla povertà e preservare il capitale naturale dal quale tutti noi "dipendiamo", così come sottolinea in una sua Comunicazione la Commissione europea.

Nel cammino verso la realizzazione di questa "trasformazione verde¡" le imprese possono giocare un ruolo fondamentale integrando nelle proprie scelte strategiche l'impatto ambientale come indicatore di efficienza. Guardando ai risultati del Rapporto GreenItaly 2011, presentato lunedì a Milano da Unioncamere e Fondazione Symbola dalle piccole e medie imprese (PMI) italiane arrivano segnali positivi in tale senso.

Circa il 58% delle PMI manifatturiere fra i 20 e i 499 dipendenti nel 2011 ha investito in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico o a minor impatto ambientale. Un comportamento virtuoso diffuso, senza eccessivi divari, all'interno sia della piccola impresa al di sotto dei 50 dipendenti (55,1%) che della media impresa (68,5%). Fra i settori più virtuosi quello alimentare (61,3%) e della meccanica (58,6%), mentre a livello territoriale è il Sud a registrare il miglior risultato con il 64,5% delle PMI manifatturiere che investe in prodotti e tecnologie verdi.

Guardando al tessuto economico italiano nel suo insieme il Rapporto evidenzia come negli ultimi tre anni circa 370 mila imprese, 150 mila industriali e 220 mila terziarie, abbiano effettuato investimenti verdi, una tendenza che "rappresenta un segnale forte dell'effettiva diffusione di comportamenti aziendali orientati all'eco-efficienza e alla sostenibilità ambientale".
Sembra, quindi, che in Italia si stia progressivamente affermando un nuovo paradigma produttivo che vede nell'impatto ambientale un indicatore dell'efficienza dell'attività economica e della capacità competitiva dei sistemi imprenditoriali.
Di fronte all'attuale crisi economica la "rivoluzione ecologica" rappresenta uno strumento per rilanciare l'economia e ripensare il modello di sviluppo economico. Dopo anni in cui ha prevalso una visione utilitaristica del territorio e dell'ambiente per cui la natura è una semplice risorsa da plasmare, modificare e sfruttare senza troppi scrupoli a seconda delle esigenze produttive, oggi l'ambiente è diventato un fattore fondamentale per la crescita economica, il cui deterioramento può mettere a repentaglio la capacità stessa dell'impresa di competere e stare sui mercati.
La green economy non è, però, sinonimo soltanto di maggiore competitività ma anche di dinamicità dal punto di vista occupazionale. Nel 2011, si legge nel Rapporto, le PMI prevedono di assumere oltre 220 mila figure professionali in questo campo sebbene denuncino serie difficoltà nel reperire manodopera qualificata.
Per questo motivo, a fronte di una domanda crescente e sempre più specifica, è fondamentale investire nel capitale umano e garantire che l'offerta formativa sia in grado di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze del mercato.       -          
Sito di riferimento: http://www.cop17-cmp7durban.com/
Riferimenti (ALT+"D")
Data Pubblicazione sul portale: 18 Novembre 2011
Fonte: Il Portale del Lavoro Dignitoso
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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