Artigianato: corrono alimentare e Ict, arranca il tessile

Immagine associata al documento: Artigianato: corrono alimentare e Ict, arranca il tessile Andamento variegato a seconda dei comparti, con buone performance nell'alimentare, nel benessere e nell'edilizia, compreso l'Ict; freno a mano tirato invece per il legno-arredo, i servizi alle persone, l'autoriparazione, i trasporti e il Tac, il tessile-abbigliamento-calzaturiero, comparto principe del Made in Italy: questa per sommi capi la fotografia dell'artigianato italiano e delle piccole imprese al primo trimestre 2007 secondo i dati dell'Osservatorio congiunturale della Confartigianato, che sottolinea come al momento il pil del settore si attesti al 12,4% grazie a un giro d'affari di 145,5 miliardi di euro. Le piccole aziende, spiega lo studio, ''stanno intercettando la ripresa''. Prova evidente di ciò è il fatto che l'artigianato italiano ha dato prova di poter regger bene la crisi generalizzata degli ultimi 4 anni, riuscendo a totalizzare un incremento di 42.554 nuove aziende a partire dal 2002, arrivando a contare un totale nel primo trimestre 2007 di 1 milione 471.734 imprese registrate nelle Camere di Commercio (+3% e +0,5% tra il primo trimestre 2006 e lo stesso periodo del 2007).

Più forte inoltre la forma giuridica delle imprese: infatti le società a responsabilita' limitata risultano essere aumentate nel periodo esaminato di 33 mila unità. Dal 2002 ad oggi, evidenzia lo studio, l'artigianato del Belpaese è riuscito a ''cogliere le offerte di sviluppo messe a disposizione dai nuovi stili di vita dei consumatori''. A riprova di ciò il buon andamento fatto segnare dalle imprese delle nuove filiere del gusto, quindi in ambito alimentare, cresciute dal 2002 di 12.336 unità (con un incremento del 2,2% soltanto nell'ultimo anno, arrivando a quota 78.367 unità).

Segno più anche per l'edilizia (+83.971 aziende, con un +3,6% tra il primo trimestre 2006 e lo stesso periodo di quest'anno), per il benessere, il tempo libero e la tutela dell'ambiente (+5 mila imprese dal 2002 e +6,1% dal primo trimestre 2006) e per l'Information communication technology (+2.517 e +4,1 nell'ultimo anno, arrivando a contare nel complesso 13.940 aziende).

Sul fronte delle note dolenti fa bella mostra di se un comparto tradizionale come quello manifatturiero, il quale, dal 2002 al primo trimestre di quest'anno, ha contato un'emorragia di 20.013 aziende su un totale di 431.672 (-1% tra il primo trimestre 2007 e il primo trimestre 2007). In questo ambito, rileva l'Osservatorio della Confartigianato, figura il Tac, il tessile-abbigliamento-calzature, che ha archiviato nell'ultimo anno la cancellazione di 1.126 imprese (su un totale al primo trimestre 2007 di 62.716 unità) e una flessione in percentuale nel corso dell'ultimo anno dell'1,8%. Male, come accennato, anche il legno-arredo, con un calo dell'8,6% del numero di aziende nel primo trimestre di quest'anno, rispetto alle 99 mila del 2002. Col fiato grosso anche alcuni settori dei servizi alle persone e non solo, (-16.922 aziende e -3.385 nell'ultimo anno, in frenata del 2,8%, arrivando a un totale di 119.048 unita') e nei trasporti (-6.355, di cui -4.073 soltanto nell'ultimo anno).

In ogni caso, argomenta il rapporto, oltre ad avere un buon influsso sulla crescita del numero delle imprese nel nostro Paese, l'artigianato è riuscito a spuntare il segno 'più' anche sul capitolo occupazione: tra il 2001 e il 2006, informa il rapporto della Confartigianato, il tasso di crescita degli addetti ha oscillato dall'8 al 2,4%, mentre per il resto delle imprese queste percentuali sono scese dal 3,9 a poco meno dell'1%.       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 23 Luglio 2007
Fonte: Confederazione generale italiana dell'artigianato
Aree Tematiche: Sistema Puglia
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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