Secondo l'89mo Economic Outlook dell'OCSE pubblicato ieri, la ripresa economica globale è ben avviata ma a diverse velocità a seconda dei paesi e delle regioni.
Il problema principale, sottolinea il rapporto, resta l'elevato tasso di disoccupazione che i governi devono affrontare rapidamente approntando politiche che favoriscano la creazione di occupazione e quindi impedire che questo fenomeno diventi cronico. A livello globale, il prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe raggiungere quest'anno il 4,2% e il 4,6% entro il 2012. Nei Paesi dell'OCSE le proiezioni sono rispettivamente del 2,3% e del 2,8%, quindi in linea con le previsioni di novembre 2010. Per quanto riguarda la zona Euro la crescita prevista è del 2% sia per quest'anno che per il prossimo. Per quanto riguarda l'Italia, la lenta ripresa dovrebbe continuare con un leggero rafforzamento della crescita intorno all'1,5% nel 2012. Anche la riduzione della disoccupazione sarà lenta, in parte perché l'iniziale aumento della domanda di manodopera sarà soddisfatta dal ricorso al lavoro a orario ridotto. "Questo è un momento delicato per l'economia globale e la crisi non sarà superata finché le nostre economie non creeranno posti di lavoro sufficienti" ha dichiarato il Segretario Generale dell'OCSE, Angel Gurría. La sfida più importante che i governi devono affrontare è la disoccupazione che coinvolge oltre 50 milioni di persone nell'area OCSE. Soprattutto, i governi dovrebbero: fare in modo che i servizi per l'impiego e i programmi di formazione garantiscano l'incontro tra domanda e offerta di lavoro; riequilibrare la protezione sociale nei confronti dei lavoratori temporanei; ridurre la pressione fiscale sul lavoro attraverso sussidi mirati a favore dei lavoratori con redditi bassi; promuovere accordi per la condivisione del lavoro che minimizzino la perdita di posti di lavoro nei periodi di recessione. Anche una maggiore concorrenza nei settori del commercio al dettaglio e dei servizi professionali potrebbe stimolare la creazione di posti di lavoro e dovrebbe essere considerata come parte integrante di programmi più generali di riforma strutturale sia nei paesi avanzati che in quelli emergenti. Secondo l'Organizzazione parigina poi, i governi dovrebbero fare passi in avanti per realizzare i loro obiettivi di consolidamento fiscale. Quest'anno, il debito pubblico raggiungerà il 96% della media del PIL della zona euro e si assesterà appena al di sopra del 100% del PIL dell'insieme dei Paesi dell'OCSE. - Sito di riferimento: http://www.oecd.org/ |