La condizione dei giovani in Italia e in Europa tra lavoro, formazione e istruzione

Immagine associata al documento: La condizione dei giovani in Italia e in Europa tra lavoro, formazione e istruzione L'indagine conoscitiva sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo condotta dal Centro studi evidenzia un generale invecchiamento della popolazione italiana. Se nei primi anni del 2000 i giovani costituivano il 28% della popolazione totale, al 2010 questo dato risultava sceso al 23%. Al contrario, l'incidenza degli over 65 passa, nello stesso periodo, dal 18% al 20%. Le prospettive al 2030 per le due fasce d'età sono rispettivamente di un calo al 21% per i giovani e di una crescita al 26% per la terza età.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, l'indagine fa notare che l'ingresso nella vita lavorativa per i giovani italiani è ritardato rispetto agli altri giovani europei. Infatti, fra i più giovani (15-24 anni) il 59,5 % risulta ancora in formazione rispetto al 53,5% della media UE e gli occupati sono il 20,5 % rispetto al 34,1 % della media europea. Per l'indagine, però, "la vera anomalia italiana" è rappresentata dai "giovani persi", ovvero quelli che né studiano né lavorano e che sono il 12,1% rispetto al 3,4% della media europea.

Per i giovani tra i 25 e i 34 anni la situazione è inversa rispetto ai più giovani: il 7% studia e il 65 % lavora. In questa fascia d'età, tuttavia, sono molti (28%) quelli che non studiano e non lavorano.

Un'altra "anomalia" di cui parla l'indagine è rappresentata dal basso tasso di occupazione dei laureati italiani rispetto ai coetanei europei. In Italia, lavora il 70% dei diplomati e il 67% dei laureati. La media UE per le stesse categorie si attesta rispettivamente al 76% e al 84%. A questo riguardo, il Direttore generale del Censis ha dichiarato: "in Italia la laurea non paga. I nostri laureati lavorano meno di chi ha un diploma, meno dei laureati degli altri Paesi europei, e con il passare del tempo questa situazione è pure peggiorata".

L'indagine passa poi ad analizzare le tendenze del mercato del lavoro e gli effetti della crisi sul mercato occupazionale che ha colpito quasi esclusivamente le persone con meno di 35 anni. Negli ultimi tre anni, in Italia, si è assistito ad un crollo del numero degli occupati under 35 (-13,6%), mentre il numero degli occupati in età adulta è aumentato del 3,9%.

Precariato e flessibilità restano sullo sfondo di una condizione giovanile difficile. Sono oltre 1 milione e mezzo i giovani con meno di 35 anni con un contratto flessibile, ovvero circa il 25% del totale degli occupati appartenenti a questa fascia d'età. Nello specifico, i giovani occupati a tempo determinato in Italia sono il 40,1% nella classe di età 15-24 anni e l'11,5% tra i 25-39enni, meno che negli altri grandi Paesi europei. In Germania le percentuali salgono rispettivamente al 56% e 13,5%, al 54,3% e 25,6% in Spagna, al 53,9% e 13,2% in Francia. Nonostante negli ultimi anni si sta registrando un progressivo allontanamento dal lavoro autonomo, e in particolare da quello imprenditoriale, secondo l'indagine l'Italia rimane "uno dei Paesi con la più alta vocazione al lavoro autonomo". Attualmente i lavoratori autonomi sono il 14% nella fascia d'età 15-24 anni, e il 22,5% tra i 25-39enni.       -          
Sito di riferimento: http://www.censis.it/1
Data Pubblicazione sul portale: 18 Maggio 2011
Fonte: Il Portale del Lavoro Dignitoso
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Lavoro e Formazione
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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