La Gazzetta del Mezzogiorno - Nucleare, stop alle nuove centrali

Immagine associata al documento: La Gazzetta del Mezzogiorno - Nucleare, stop alle nuove centrali L'Italia dice un nuovo addio al nucleare. Dopo il disastro di Fukushima che ha causato un ripensamento in tutto il mondo, il governo fa retromarcia e va addirittura oltre le scelte di appena un mese fa. Superando la moratoria decisa dal consiglio dei ministri il 23 marzo un emendamento presentato dall'esecutivo allo stesso decreto omnibus (e su cui il senato voterà oggi) stabilisce lo stop alla realizzazione delle quattro centrali previste dal programma di rientro dell'Italia nell'energia atomica e rimanda a dopo l'estate le prossime decisioni in materia energetica. Una mossa che appare come una scelta quasi definitiva ma che, secondo l'opposizione ed i fautori del referendum contro l'atomo, nasconde solo l'ennesimo trucco del governo per aggirare il voto popolare e per rientrare poi quanto prima nel piano nucleare. "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui profili relativi alla sicurezza nucleare tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea - recita l'emendamento - non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare". Allo stesso tempo, Palazzo Chigi precisa anche che con l'emendamento presentato in Senato "viene affidata al Consiglio dei Ministri la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale. La Strategia - puntualizza il governo - terrà conto delle indicazioni stabilite dall'Ue e dai competenti organismi internazionali". Le porte restano insomma aperte e la decisione finale sul piano energetico italiano, cui sta lavorando il ministero dello Sviluppo economico, sarà presa subito dopo l'estate, puntando sulle fonti e le tecnologie che l'Europa indicherà come prioritarie e sicure, a partire, spiega il ministro Paolo Romani, dalle rinnovabili e da quelle che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti definisce come "nuove energie", rilanciando l'utilizzo, per finanziare la ricerca, di uno strumento a lui particolarmente caro, quello degli eurobond. Non è però escluso neanche un maggior ricorso alle nuove tecnologie per il carbone pulito, fonte su cui l'Enel, da sempre in prima linea come protagonista per il prospettato ritorno italiano al nucleare, potrebbe ora concentrare ricerca e investimenti. Se di fronte alla decisione del governo il segretario del Pd. Luigi Bersani canta vittoria, sottolineando che il governo "scappa dalle su stesse decisioni", molti sono invece quelli che non credono alle buone intenzioni dell'esecutivo e vedono dietro l'emendamento una strategia tutta politica. "Lo stop non è per convinzione, ma per paura e necessità: paura di perdere le elezioni amministrative e di venire travolto dal referendum del 12 e 13 giugno", afferma il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. Antonio parla "dell'ennesima truffa agli italiani. E' evidente - sottolinea - che l'esecutivo ha capito che la partita referendaria è persa e la vuole far finire prima del tempo. L'unico scopo è di affossare il voto che trascinerà con se quello sul legittimo impedimento. Hanno paura - insiste il leader dell'dv - che la politica giudiziaria, che poi è l'unica politica di questo esecutivo, verrà sconfessata dagli italiani". A decidere del destino del referendum sarà a questo punto l'ufficio centrale della Cassazione. La Suprema Corte dovrà infatti stabilire se l'abrogazione delle norme sulla realizzazione di nuovi impianti nucleari sia "sufficiente nel senso richiesto dai promotori del referendum".

Da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 20 aprile 2011 (pag. II)       -          
 
Data Pubblicazione sul portale: 20 Aprile 2011
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
Aree Tematiche: Sistema Puglia, Rassegna Stampa
Redazione: Redazione Sistema Puglia
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